L'ANALISI
24 Giugno 2022 - 17:25
CREMONA - È stata quasi come un rito propiziatorio, una sorta di dimostrazione di vicinanza al fiume che in questo periodo sta soffrendo. Ed è stata anche un successo di partecipazione, la vogata del Solstizio d’estate.
Scenografica come sempre: tante le barche salpate dalle società canottieri quando ancora il sole era alto, bellissimo il colpo d’occhio del ritorno con il buio, e le imbarcazioni e il Po illuminato dalla fiaccole. Una manifestazione voluta fortemente dalla Federazione canottaggio sedile fisso e dal suo delegato, Filippo Moglia, e dal presidente onorario Armando Catullo (aiutati dai consiglieri in rappresentanza di tutte le canottieri, Dopolavoro ferroviario, Flora, Baldesio, Bissolati).
Una manifestazione propedeutica a quella di domenica: la 40ª edizione della Vogalunga Cremona-Motta Baluffi, una regata che nei suoi oltre trenta chilometri metterà a dura prova i vogatori che non potranno contare sulla corrente del Po, considerate le sue condizioni di magra.
La regata riparte dopo due anni di stop dovuto al Covid, e la voglia di ripartenza è testimoniata dai numeri degli scritti: più di 70, in rappresentanza delle canottieri cittadine, dell’Ongina e perfino di alcune società remiere dei laghi e venete.
La flottiglia partirà da Cremona attorno alle 9: appuntamento al ponte sul Po, con le barche che prenderanno lo schieramento. Poi la partenza e la rotta verso Gerre de’ Caprioli, Brancere di Stagno Lombardo, la golena di Pieve d’Olmi, Isola Pescaroli di San Daniele Po.
Poi l’ultimo balzo (da sempre quello più faticoso): la grande ansa che porta fino al lancone di Motta Baluffi, dove però le barche non potranno entrare (e dunque niente tuffi ristoratori), visto che l’imbocco è chiuso dallo spiaggione formato dalla secca.
Le imbarcazioni infatti verranno ormeggiate sulla riva, dove sono stati preparati degli appositi ormeggi. Un trattore con carrello porterà i vogatori nel boschetto della cascina Ronchetto, dove verrà gustato un pranzo sotto i pioppi. Poi foto di rito e ritorno a Cremona con i pulmini messi a disposizione dalle società canottieri. Affiancando ancora il Po che soffre.
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