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SESTO

Il tetto della chiesa cade a pezzi, più di un milione di euro per salvarlo

C’è già il supporto di Diocesi, Cei, Fondazione Arvedi-Buschini, ma per arrivare alla somma finale complessiva don Maggi lancia un appello anche ai sestesi

Luca Luigi Ugaglia

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redazione@laprovinciacr.it

10 Giugno 2022 - 05:00

Il tetto della chiesa cade a pezzi, più di un milione di euro per salvarlo

SESTO - Ormai non più rinviabile per tutelare l’incolumità delle persone e preservare le decorazioni già colpite duramente dalle infiltrazioni d’acqua, tra una manciata di giorni decolla un nuovo cantiere sulla parrocchiale dei santi Nazario e Celso di Sesto. Dopo il campanile e la facciata, ora tocca al tetto, che sta perdendo tanti, troppi pezzi. L’operazione ha un costo complessivo stimato in 1 milione 114 mila euro, comprensivo della spesa che si dovrà sostenere anche per riposizionare sulla facciata stessa le copie dei pinnacoli e delle tre statue di Cristo e dei patroni Nazario e Celso rimosse due anni fa per ragioni di sicurezza. Stavano cadendo giù pezzo dopo pezzo.

Don Gaiardi, don Maggi e l’architetto Chiari


Intervento complementare alla sistemazione della copertura, prescritto dalla Soprintendenza alle Belle Arti, che ha dato il suo via libera. Il progetto è stato illustrato in chiesa dal parroco don Enrico Maggi e dall’architetto Guido Chiari dello Studio Archidue di Cremona, che grazie alla tecnica del rilievo laser-scanner, ha confermato la grave situazione di degrado del sottotetto. Presente anche l’incaricato diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici don Gianluca Gaiardi e, tra i fedeli, l’ex parroco monsignor Angelo Staffieri.



Chiari ha fatto la cronistoria degli interventi realizzati sulla chiesa dal 2007 ad oggi, confermando la vetustà delle capriate in legno e dei coppi che impongono un intervento urgente anche per evitare che, facendo i debiti scongiuri, eventuali fenomeni atmosferici o sismici di grande intensità possano provocare danni a dir poco enormi. Da qui emerge quindi la necessità di consolidare le strutture murarie di gronda e di elevazione ed eseguire la ricucitura della volta che è in parte crollata. Insomma l’obiettivo è quello di ripristinare la funzionalità e il miglioramento sismico di tutto l’edificio sacro. Gaiardi, nel suo intervento, ha ricordato l’impegno della diocesi a sostenere gli sforzi finanziari delle parrocchie nei limiti delle risorse disponibili.


Nel caso di Sesto ha comunque fatto la sua parte alla grande visto che farà pervenire 335 mila euro dai fondi dell’8 per mille della Cei, la Conferenza dei vescovi italiani. Anche la Fondazione «Arvedi-Buschini» di Cremona ha confermato il suo sostegno finanziario alla causa e dovrebbe arrivare un contributo dalla Fondazione Cariplo. Il traguardo resta però lontano, ma se tutti i sestesi di buona volontà si impegnassero facendo qualche sacrificio in più per aiutare la parrocchia, la fine del tunnel sarebbe senz’altro più vicina.


Ecco perché il parroco ha avviato in questi giorni una campagna di sensibilizzazione per «Salvare la chiesa che è memoria della nostra storia e della nostra fede», raggiungendo tutte le famiglie del paese con un opuscolo che spiega il senso dell’operazione. O meglio di quello che lui ha definito «Un gesto d’amore alle proprie radici e un atto di fede che scrive il futuro». Poche frasi e qualche foto che vanno dritto al cuore. «Le comunità cristiane – si legge in un passaggio – in ogni tempo, lasciano un segno. Tra le generazioni che si susseguono, mentre la fede di un popolo cammina e si trasforma, c’è un luogo che testimonia, silenziosamente, una Presenza. Dobbiamo averne cura. Come della nostra anima». «Stiamo lavorando — ha aggiunto — per il domani della comunità cristiana - afferma don Maggi – quando un paese resta senza un luogo in cui riconoscersi, poi comprende quanto sia prezioso. Contiamo dunque sulla intelligente generosità di tutti».

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