L'ANALISI
30 Maggio 2022 - 14:27
CREMONA - Ad avviare l’attività era stata nonna Valda Marini nel 1929, a raccogliere l’eredità è stato Fabio Cerri: “A mia madre si sono rotte le acque mentre era ai fornelli”, racconta per rendere l’idea della dedizione familiare al locale. Da oggi, peró, la storica Trattoria Da Cerri, santuario della cucina cremonese, ha le saracinesche chiuse. Sul cartello si legge: Cessata attività. Una decisione che il titolare ha maturato lo scorso dicembre e che si è consolidata negli ultimi mesi dopo che le bollette della luce sono schizzate dagli 890 euro mensili di fine 2021 ai 2.900 attuali.
“E l’ultima bolletta non ho ancora avuto il coraggio di aprirla. Non posso sostenere una somma simile mensile - spiega -. Si tenga presente che abbiamo affrontato due anni di pandemia con 8 mesi di chiusura. I ristori? Appena arrivava qualcosa, era già pronta una bolletta da pagare. E poi sono cambiate le abitudini: le persone stanno più un casa e per colpa della crisi possono spendere meno”. Adesso Cerri, a 47 anni, cerca lavoro: “Sto mandando curriculum, spero di trovare qualcosa. Ci hanno messo in ginocchio fra aumenti, tasse, mancati finanziamenti delle banche. Ma il mio sogno sarebbe riaprire un’attività fra qualche anno. Ora non sarebbe stato proprio possibile andare avanti”.
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