L'ANALISI
30 Aprile 2022 - 10:49
STRASBURGO - Concorrenza e privacy, sostegno all’innovazione e tutela dei diritti umani: l’Europa è alla ricerca di un delicato equilibrio su uno dei più complessi dossier in discussione: le regole per governare lo sviluppo e le applicazioni dell’Intelligenza artificiale (IA).
Duplice obiettivo del regolamento Artificial Intelligence Act, proposto dalla Commissione europea ad aprile dello scorso anno e ora all’esame del Parlamento europeo, è di dare slancio agli investimenti in ricerca e sviluppo e di garantire allo stesso tempo un uso centrato sulla salvaguardia dei diritti fondamentali.
L’approvazione finale è prevista per l’autunno del 2023. E mentre Cina e Usa corrono sul terreno tecnologico, l'Ue è stretta tra le pressioni delle imprese, specie le Big Tech (che vorrebbero allentare le maglie della normativa perché, sostengono, soffocherebbe l’innovazione) e la spinta delle Ong per una maggiore tutela dei cittadini.
Il testo, che prevede una serie di divieti, obblighi e deroghe a seconda del grado di rischio che comportano le tecnologie dell’IA, dovrà passare anche al vaglio del Consiglio dell’Ue ed essere poi al centro di trattative con il Pe: un percorso che si preannuncia in salita. Non ne fa mistero il relatore del provvedimento all’Eurocamera, Brando Benifei (Pd-S&D), che parla di «differenze significative» tra i due co-legislatori.
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