SOS ACQUA
LE INVASIONI BOTANICHE 2022
24 Aprile 2022 - 09:38
CREMONA - Qualcuno ci ha creduto fin dall’inizio, altri si sono aggiunti cammin facendo e ritornano ogni anno, altri ancora sono al loro «debutto». Sono gli espositori de Le Invasioni Botaniche — una settantina —, portavoce della rinnovata consapevolezza che inizia dalla necessità di riconciliarci con i ritmi della Natura e passa attraverso la volontà di instaurare con essa nuovi equilibri e modelli di sostenibilità.
Emanuela Sigillo arriva dall’Abruzzo con il suo carico di olio extra vergine di oliva. «Siamo all’interno della riserva naturale del lago di Penne, protetta dal WWF — spiega con orgoglio — a 500 metri di altezza. Le nostre colline ventilate godono di una pregevole posizione, equidistante dal mare e dalle montagne del Gran Sasso, garantendo temperature ideali sia in inverno che in estate e grazie alle caratteristiche ambientali e all’impegno con l’ente di certificazione, gli uliveti non sono sottoposti a trattamenti».
Giorgio Soldi, storico ex titolare del negozio Tè per due di corso Garibaldi, viaggiatore curioso e instancabile, espone nello stand ai giardini pubblici meravigliosi ventagli multicolore: «Rigorosamente fatti a mano in Indonesia da abilissimi artigiani — spiega Soldi — . Dalle stampe batik, alla seta, al raion allo chiffon al cotone. Le bacchette sono di legno di mogano, anche queste lavorate a mano una per una e poi assemblate. Insomma, un prodotto di alto artigiano artistico».
Virginia Sifoni, Ariberto Consonni e il testimonial Winston, accolgono i visitatori allo stand di Levrieri e gomitoli. «Un’idea che nasce dieci anni fa — spiega Virginia — dopo aver adottato il mio primo levriero, una razza freddolosa. Da qui la necessità di creare cappottini su misura, di lana o cotone, con filati particolari e selezionati. Poi la passione è diventata professione. Oggi realizziamo cappotti per tutte le razze e piccoli accessori per i proprietari in abbinata di colori e modelli».
Viene da Usmate Velate, affezionato de Le Invasioni, Enrico Riva, titolare di Il peccato vegetale. Propone una ricca selezione di erbacee perenni. «Una sfida — spiega — che nasce dal desiderio di proporre qualcosa di diverso dalle classiche piante annuali. Anemoni, Aster, Geranium abbelliscono con grande effetto scenografico terrazze e balconi, basta avere un po’ di pazienza perché la fioritura è tardiva ma le soddisfazioni valgono davvero l’attesa».
Profumo di Bosco è il marchio con cui Maria Rosa Lucchetta, da Pordenone, propone le sue creazioni in filo di ferro cotto e fiori secchi. «Sin da bambina ho vissuto a contatto con la natura, sono sempre stata attratta dai lavori manuali e quasi per caso la mia passione ha trovato un nuovo canale espressivo», racconta con orgoglio.
Andrea Canali, 23 anni, è il titolare dell’azienda Canapa contadina di Serramazzoni, nel Modenese. «Coltivo canapa per trasformarla nei prodotti primari, olio e farina, ma anche alimentari, cosmetici, tessuti e una varietà di altri prodotti come integratori, lettiere per gatti e pellet. Un prodotto che fa bene alla salute, dentro e fuori».
Un mondo di aromi, aromi dal mondo, è il motto che accompagna la produzione e vendita di erbe officinali che Edoardo e Sara, da Carceri in provincia di Padova, dove ha sede Geel Floricultura, hanno portato in corso Garibaldi. Santoreggia, agretti, origano piccante, fiori commestibili, issopo, tagete liquirizia, timo limone e altro ancora tutto rigorosamente bio. «Abbiamo le erbe aromatiche classiche ma anche numerose varianti da usare in cucina, per infusi e zuppe. La ricerca e diffusione di un prodotto di qualità, differente dall’ordinario è la nostra mission».
Nel 1961, un rosicoltore inglese, David Austin, ottenne la rosa Constance Spry, la capostipite delle rose inglesi, riportando così le forme eleganti ed i profumi delle rose antiche. Una fioritura unica e prolungata, «che purtroppo in queste Invasioni non posso mostrare — spiega con un po’ di rammarico Monica Baggio, dell’azienda Dallan di Treviso —. Dobbiamo accontentarci dei boccioli. La fioritura aspetta il mese di maggio». Considerata un prodotto di nicchia, ricercata e preziosa, «la rosa inglese produce fiori grandi e profumati ed è rifiorente. Ama la mezz’ombra e se si ha pazienza, vive benissimo anche sui terrazzi che decora con una fioritura rigogliosa».
Cristina arriva da Brescia con le sue creazioni: abiti, gonne e borse realizzate con avanzi di tessuti di alta moda. «Un hobby che mi ha un po’ preso la mano — spiega —. Mi piace molto anche la ricerca del vintage e mi ingegno a creare nuovi prodotti di abbigliamento e accessori. Riciclo quanto possibile».
Da Como ecco Jessica Volontè: «Qui a Le Invasioni Botaniche faccio ciò che mi piace fare: mescolare vecchio e nuovo, stili e materiali, bambù e lino, ferro e ceramica, complementi di arredo che ben si sposano con le piante da appartamento».
Marcello e Massimiliano, da Milano, creano e producono sciarpe. Un secondo lavoro nato dal desiderio di proseguire la tradizione di famiglia e unisce arte e moda con una attenzione particolare alla cromaticità frutto di studio e ricerca. «Pezzi unici — spiega Marcello — realizzati in seta doppiata con cotone, lana, viscosa a seconda delle stagioni».
Suscitano interesse e curiosità i terrari delle ferraresi Cinzia Campana e Debora Diana: «Il terrarium — spiega Cinzia — è un ecosistema autosufficiente. Dentro una campana di vetro si pone la pianta, in genere tropicale a crescita lenta, e del muschio che è termoregolatore naturale che funge da spugna. La luce attiva la fotosintesi, le piante respirano e creano ossigeno, le goccioline d’acqua scendono poi sul muschio irrigandolo. Hanno bisogno di poche cure, e vivono a lungo».
Ortaggi, pollame da carne, galline ovaiole e poi fiori: Andrea Bongiorni è titolare con la moglie Giulia di Casina Brontola a Gazzola, nel Piacentino. I loro tulipani bio sono andati a ruba. Coloratissimi, resistenti, non trattati, durano almeno una settimana. In azienda si coltivano anche fiori insoliti e particolari, «non convenzionali». Per saperne di più, vale la pena fare un viaggio in Val Trebbia.
FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI
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