Intanto i sindacati vanno all'attacco. «In questi anni abbiamo difeso il trasporto pubblico locale di Cremona, minacciato dai tagli al settore, dalla generalizzata riduzione del servizi, dall’aumento delle tariffe e all’innalzamento dell’età media dei mezzi. Il tutto in una fase in cui la crisi economica rende troppo oneroso l’accesso al veicolo privato e cresce una sempre maggiore richiesta di trasporto collettivo di qualità. Km, Comune e Provincia di Cremona ad una sempre crescente richiesta di mobilità collettiva, rispondono con il ‘taglio delle corse’ e con il ‘bus a chiamata’, di fatto eludendo le esigenze dei cittadini». Questo sostengono, in una nota, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt Uil e Faisa Cisal, che vanno oltre: «I paesi della provincia subiranno una netta riduzione delle corse da e per il capoluogo, oltre a interrompere così la sinergia con altri sistemi di mobilità, ad esempio il treno, diversamente da quanto previsto dal piano dei trasporti della Regione Lombardia. Questa situazione confusa e incerta coinvolge anche i lavoratori Km. L’azienda, dopo l’assegnazione della gara, ha predisposto un piano d’esercizio che ha come unico obiettivo il taglio delle corse, delle retribuzioni, dei diritti contrattuali dei lavoratori, della salvaguardia delle condizioni di lavoro e dei diritti sindacali. Il Comune di Cremona poco o nulla ha chiaro nel campo del tpl e per questo i sindacati hanno più volte chiesto l’apertura di un confronto, ma davanti alla volontà di Km di proseguire su queste scelte pericolose, hanno aperto la procedure di sciopero. Abbiamo richiesto l’intervento del prefetto per tentare una conciliazione sul conflitto con la presenza di Km spa, Provincia e Comune. Se anche questo ennesimo tentativo non porterà ad una soluzione condivisa, ci vedremo costretti a indire uno sciopero in difesa dei diritti dei cittadini del territorio di Cremona e dei lavoratori di Km».
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