L'ANALISI
16 Aprile 2022 - 05:20
CREMA - Ogni volta che si affaccia al balcone di casa gli sale una comprensibile ansia: il suo sguardo spazia su decine di migliaia di metri quadrati di coperture in eternit: «Sono preoccupato, si tratta di tetti in costruiti in gran parte 60 o più anni fa, quando l’uso di questo materiale era ancora legale: appartengono ad alcune fabbriche dismesse del quartiere, come l’ex Grimeca o l’ex tripperia. Di recente, guardando le immagini satellitari, grazie alle mappe di Google, ci siamo accorti che diverse lastre di questa copertura sono rotte, si vedono chiaramente: tutti sappiamo quanto l’eternit, se spezzato, sia pericoloso per la salute». A lanciare l’allarme è Davide Nava, che vive in via XI Febbraio a San Bernardino con la moglie Sara Zuvadelli e le due figlie, che frequentano la scuola media.
«Il rischio è molto elevato perché l’inalazione delle microfibre di amianto, detto anche asbesto, è cangerogena – prosegue – e può portare a degenerazione del parenchima polmonare causando, appunto, asbestosi, silicosi e mesoteliomi, nonché il tumore maligno del polmone». Come la famiglia Nava, altre decine di persone hanno le loro case intorno a questi capannoni. Senza dimenticare le varie attività economiche, gli uffici e le altre aziende dislocate tra via XI Febbraio e via Enrico Martini, una zona che ospita anche la parrocchia, l’oratorio del quartiere e il circolo Arci. Nava chiede verifiche al Comune e un eventuale immediato intervento da parte dei proprietari delle aree in questione, nel caso sia confermato che ci sono lastre spezzate sui tetti. «A occhio le coperture sono in pessimo stato e si vedono dei distacchi – aggiunge Nava –: una parte della ex Bassano Grimeca, subentrata a inizio anni ‘90 alla Canavese, e poi chiusa, era stata riqualificata e dunque non ha più coperture in etenernit. Non così per il resto dei capannoni, comprese le strutture adiacenti al circolo Arci».
Nava ha scritto al consigliere comunale di Forza Italia Antonio Agazzi. L’esponente della minoranza ha segnalato il caso agli uffici comunali: «Una questione molto delicata, per un intero quartiere (San Bernardino), afferente al tema cruciale della salute pubblica, oltre che a quello di una potenziale, interessante riqualificazione urbanistica, qualora venisse sbloccato quel comparto» sottolinea Agazzi. L’assessore all’Ambiente Matteo Gramignoli garantisce attenzione: «L’ufficio tecnico si occuperà delle verifiche e, nel caso, segnalerà all’Azienda tutela della salute Val Padana il problema relativo al distacco delle lastre. Si tratta di aree private sulle quali dovranno eventualmente intervenire i proprietari, non certo il Comune».
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