L'ANALISI
05 Aprile 2022 - 05:25
Sui banchi della Giunta il vice sindaco Andrea Virgilio, il sindaco Gianluca Galimberti e l’ex vice sindaco Maura Ruggeri. Alle loro spalle Paolo Carletti
CREMONA - Aumentano anche a Cremona gli ‘stipendi’ di sindaco, assessori e presidente del Consiglio comunale, come previsto dalla legge di Bilancio 2022, entrata in vigore il primo gennaio. Con un provvedimento varato giovedì dagli uffici viene quindi stabilita le nuova indennità di funzione del sindaco Gianluca Galimberti che attualmente è pari a 4.734 euro lordi mensili e, a regime nel 2024, più che raddoppierà, passando a 9.660 euro. Sulla base dello ‘stipendio’ del sindaco la legge di Bilancio fissa quelli degli altri amministratori: l’indennità degli assessori passa da 2.840,40 euro lordi mensili a 5.796. Identica la variazione del compenso per il presidente del Consiglio comunale, Paolo Carletti. Quello del vice sindaco Andrea Virgilio passerebbe da 3.550,50 euro lordi mensili a 7.245 euro nel 2024. Tuttavia Virgilio già nel 2019 aveva scelto di rinunciare all’indennità da vice sindaco, mantenendo solo quella di assessore. «Al di là delle polemiche un po’ populiste sui costi della politica — sottolinea Virgilio —, questo provvedimento avrebbe dovuto interviene maggiormente in un ambito, quello degli amministratori dei piccoli comuni, dove ormai si fa fatica a trovare dei candidati che si accollino la fatica e le responsabilità di questo incarico. E che spesso operano in prima linea senza uffici tecnici».
Ferme dal 2020, le nuove indennità entrano a regime nel 2024 e comprendono il recupero dell’inflazione di 21 anni, calcolata nel 34%. Ma la norma offre ai Comuni la possibilità di applicare l’incremento in due modi: nella misura integrale già a decorrere da quest’anno oppure gradualmente. L’amministrazione di Cremona ha scelto la seconda strada, con adeguamenti successivi nei prossimi tre anni. L’indennità del sindaco sarà, diventa pari a 6.950,70 euro lordi mensili nel 2022, per poi crescere a 8.083,68 nel 2023 e raggiungere i 9.660.000 nel 2024. Graduale l’aumento anche per assessori e presidente del Consiglio. Per sostenere il maggior costo sostenuto dai bilanci comunali, lo Stato interviene «a titolo di concorso» con un fondo apposito che a livello nazionale viene incrementato di 100 milioni per quest’anno; di 150 milioni per il 2023 e di 220 milioni annui a decorrere dal 2024. Nel caso il Comune non utilizzasse le risorse di questo fondo, non potrebbe girarle su altre partite, ma dovrebbe restituirli allo Stato. E, come successo in passato, gli amministratori possono rinunciare all’indennità, ma, anche in questo caso — viene spiegato dagli uffici finanziari del municipio —, senza alcun beneficio per le casse comunali: i soldi risparmiati, infatti, tornerebbero al fondo statale. Gli uffici hanno quindi rideterminato la spesa per il 2022 derivante dall’applicazione delle nuove disposizioni in complessivi 600 mila euro per le indennità degli assessori e in 99 mila euro per quella del presidente del Consiglio, liquidando già il conguaglio per i mesi di gennaio e febbraio. Si tratta della nuova spesa complessiva, mentre la differenza rispetto al budget precedente è finanziata con il contributo statale per complessivi 225 mila euro.
La norma che rivoluziona il sistema delle indennità, le ‘aggancia’ al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni (che attualmente percepiscono 13.800 euro lordi mensili), con un meccanismo di riduzione percentuale legato alla popolazione. Cremona rientra nella categoria dei «comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100 mila abitanti», per i quali l’indennità del sindaco è fissata al 70% di quella del presidente di Regione. E sulla base dello ‘stipendio’ del sindaco sono poi calcolati gli altri. La norma ha l’effetto di cambiare anche l’indennità del Presidente della provincia, che è a carico del bilancio dell’ente locale ed è determinata in misura pari a quella del sindaco del comune capoluogo. Con la clausola che non può essere cumulabile con quella percepita in qualità di primo cittadino (il presidente della Provincia è scelto fra i sindaci). Nel caso di Mirko Paolo Signoroni, l’indennità è decurtata dal momento che ha scelto di continuare a lavorare e di non mettersi in aspettativa per svolgere il suo doppio incarico pubblico. L’aumento delle indennità dei sindaci ridetermina anche il compenso massimo mensile percepibile dai consiglieri comunali, pari ad un quarto dell’indennità del sindaco. La norma però non incide direttamente sul valore del gettone di presenza. Il sindaco Galimberti a novembre, commentando i primi dettagli della riforma, aveva spiegato: «Agli inizi del primo mandato, nel 2014, diminuii il mio emolumento e chiesi agli assessori di fare lo stesso, ma quella scelta non fu corretta. Nel 2019 non l’ho riproposta: questo lavoro/servizio è intenso e difficile e richiede tempo e molte assunzioni di responsabilità».
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