L'ANALISI
17 Marzo 2022 - 05:15
Sempre più numerosi i tentativi di truffa ai danni di persone anziane
CREMA - «Nonna sono bloccata in ospedale! Ho il Covid! Mi servono soldi per le medicine e non posso uscire da qui!». Le parole che escono dalla cornetta del telefono sono interrotte da singhiozzi. La voce trema ed è scossa dal panico. «Hai una voce strana, puoi dirmi chi sei?», risponde la nonna, a cui la richiesta d’aiuto fa stringere il cuore, mentre una vena di sospetto le solca la mente senza ancora, però, prevalere sull’agitazione. «Sono tua nipote — dice la voce — mi senti strana perché mi hanno costretto a mettere la mascherina».
Questo è l’incipit di un tentativo di truffa ai danni degli anziani, episodi che in queste ore stanno imperversando su Crema: nelle ultime ore decine le segnalazioni, in alcuni casi i truffatori hanno addirittura suonato al campanello di casa delle loro vittime. Un fenomeno dilagante, nonostante le martellanti campagne di informazione attuate per mettere in guardia i soggetti a rischio, che continua a minare la serenità di chi vive la terza età. Ma non in tutti i casi i malfattori che mettono in atto queste truffe riescono a farla franca.
È il caso di una 86enne residente a Crema in un condominio nei pressi di Campo di Marte, della quale non facciamo il nome per tutelarla. La telefonata criminosa arriva sul suo telefono fisso martedì pomeriggio intorno alle 14.30, orario in cui l’anziana si concede il riposo pomeridiano.
Dall’altoparlante del telefono una voce femminile, scossa dal pianto, con una pronuncia vagamente straniera. Un dettaglio a cui l’86enne non dà particolare peso sulle prime, dal momento che la ragazza con cui sta parlando si identifica come sua nipote.
«Sono in ospedale con mamma e papà, abbiamo tutti il Covid e non possiamo prelevare i soldi che ci servono per le medicine. Guarda in casa quanti ne hai, mi servono urgentemente».
Senza esitazione, l’anziana poggia la cornetta e va in un’altra stanza per soddisfare la richiesta della sedicente nipote.
«Ho solo 150 euro», risponde. Qualche secondo di esitazione. Poi la risposta: «Sono troppo pochi nonna, di euro ne servono almeno 5.000».
Il tono dell’interlocutrice è cambiato. I singhiozzi e il tono concitato, risultato della prova attoriale messa in atto fino a quel momento, lasciano spazio a una vena di seccatura decisamente impossibile da mascherare.
«Vai a prelevarli e portarceli, la mamma verrà da te a restituirteli». La trappola scatta... a vuoto proprio in quel momento. Una banale disattenzione ha inchiodato la truffatrice: come potrebbe sua figlia riportarle i soldi se è bloccata in ospedale con il Covid? Si chiede l’anziana. E perché mai dei farmaci dovrebbero costare così tanto?
L’annebbiamento causato dalla preoccupazione si è diradato dalla sua mente, ed è ormai fuori da ogni dubbio che l’86enne si trova davanti a un tentativo di truffa. A questo punto, svelato l’inganno, un’opzione per tirarsi fuori da quella situazione potrebbe essere quella di riattaccare il telefono senza dire una parola in più. Invece l’86enne decide di percorrere un’altra strada.
«Va bene — risponde —, ora chiamo la polizia e mi faccio scortare al bancomat più vicino per prelevare». Neanche conclusa la frase, il telefono dall’altra parte è già riattaccato. L‘anziana non è caduta nel tranello della truffatrice, ma l’episodio l’ha indubbiamente scossa. Dal giorno seguente, molte persone a lei vicine le hanno riportato notizie di altri anziani che hanno avuto esperienze analoghe alla sua, purtroppo, non finite nello stesso modo.
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