SOS ACQUA
10 Marzo 2022 - 05:20
Profughi appena arrivati in Italia
CREMONA - Quanti sono al momento in Italia, si sa: quasi 24mila. Adesso, mentre i numeri salgono, bisogna sapere chi sono, dove sono e come stanno i profughi ucraini, così da fornire loro la migliore assistenza e accoglienza.
Le parole d’ordine sono due: coordinamento e organizzazione. Ne è certo il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio: «E' fondamentale - dice - coordinare gli sforzi, perché l'ottimizzazione delle risorse ci consente di essere effettivi al meglio».
Ecco quali sono i nodi principali della macchina dell’accoglienza - dal Covid, all’alloggio, alla scuola - e come l'Italia sta lavorando per affrontarli.
Draghi è stato chiaro: i profughi «o fanno il tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi». Una circolare del Viminale specifica che gli ucraini potranno accedere a Cas e Sai se avranno effettuato un tampone con esito negativo, oltre a essere tenuti all’autosorveglianza e alla Ffp2 per 5 giorni. Se non sono vaccinati devono inoltre osservare 5 giorni di quarantena.
Ai profughi viene rilasciato un tesserino con un codice regionale Stp che permette di accedere ai servizi sanitari a partire da medico e pediatra di base.
Al momento, secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, il sistema non incontra «grandi problemi» ed è pronto anche a offrire continuità terapeutica per esempio ai bambini che nel loro paese venivano curati in reparti specialistici.
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