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CORONAVIRUS. LE INFILTRAZIONI

Covid, la «variante criminalità» in provincia

Dossier di «Libera» e «Lavialibera»: come la pandemia ha «nutrito» le organizzazioni mafiose. Sotto la lente i reati spia: usura, estorsione, riciclaggio e delitti informatici

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

02 Marzo 2022 - 05:10

Covid, la «variante criminalità» in provincia

Agenti della DIA

CREMONA - Basterebbe un dato, quello delle operazioni bancarie e postali sospette: in provincia sono aumentate del 145% negli ultimi due anni. Ecco come la pandemia ha «nutrito» una fetta di criminalità ben specifica: quella economico-finanziaria, che agisce maggiormente nell’ombra.

Libera contro le mafie e Lavialibera ne parlano nel dossier «La tempesta perfetta 2022 - La variante Criminalità»: elaborando dati e analisi delle forze dell’ordine, del Ministero dell’Interno e della Banca d’Italia, confrontano il biennio pre pandemia con gli anni neri 2020 e 2021.

Il confronto è su base regionale e quasi in tutto il Paese si registra un incremento dei cosiddetti reati spia (interdittive antimafia, segnalazioni sospette dell’Unità informazione finanziaria, reati di usura, estorsione, riciclaggio, delitti informatici, truffe e frodi via web) ovvero di quelle condotte che celano il pericolo di infiltrazioni mafiose.

don ciotti

Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera

Sul fronte delle operazioni finanziarie sospette, alla Lombardia viene attribuito il colore arancione – con chiara metafora riferita alla classificazione legata ad Rt e contagi che ha caratterizzato gli ultimi 24 mesi – per effetto di un incremento medio del 12%. Al primo posto si colloca la provincia di Milano con circa 25 mila segnalazioni, seguono Brescia, Bergamo, Monza-Brianza e Varese. Ricercando gli ultimi dati forniti dall’Uif emerge che a Cremona e provincia nel 2020 le segnalazioni di operazioni sospette erano state 307, salite a 448 nel 2021.

La Lombardia si colloca in settima posizione nazionale per quanto riguarda le interdittive antimafia (171 nel periodo pandemico e cioè il 25% in meno rispetto al biennio 2018-2019) mentre diventa ‘zona rossa’ per quanto riguarda delitti, truffe e frodi informatici: +53% per i delitti, +30% per truffe e frodi. A livello locale sono per il momento disponibili i dati del 2020, che parlano di 1.532 denunce per frodi informatiche registrate in provincia di Cremona e di 231 per i delitti informatici.

La regione fa registrare anche un calo dell’8% per quanto riguarda il reato di usura, con Cremona che risulta isola felice a quota zero segnalazioni. Per quanto riguarda il reato di riciclaggio e impiego di denaro, invece, la Lombardia è al quarto posto con un aumento pari al 22% e Cremona si è fermata a 16 denunce. Infine le estorsioni: altro calo regionale dell’8% rispetto al 2018-2019 e a Cremona nel 2020 sono state raccolte 48 denunce. 

Le cosche
agiscono
nell’ombra
ma la loro azione
è come quella
del Covid: innesca la morte sociale
indebolendo
la democrazia
e ostacolando
il cambiamento


«Esiste una variante – è il commento di don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – che come quelle del virus provoca malattia e morte sociale indebolendo la democrazia e ostacolando il cambiamento. Ma che, agendo nell’ombra, viene poco localizzata e quindi non abbastanza combattuta. Una variante alla quale rischiamo di abituarci in una convivenza che sarebbe alla lunga letale. Con grande tempestività e indubbia lungimiranza strategica le mafie hanno saputo cogliere le opportunità. Sono diventate mafie ‘imprenditrici’, capaci di padroneggiare i meccanismi più sofisticati della finanza. Così se i fatti di sangue oggi paiono in diminuzione, è perché la ‘variante’ mafiosa ha assunto sempre più l’aspetto di una più generica ‘variante criminale’, che uccide meno i corpi e più le speranze».

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