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FIESCO. LA STORIA

La mamma: «Davide ha la sindrome di Down, nessuno lo porta al lavoro»

Luisella, consigliere e mamma del 19enne: «Trasporto pubblico non c'è, per ora ci pensavo i volontari, ma da maggio potrebbe restare a casa. Mi sento abbandonata»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

15 Febbraio 2022 - 05:25

La mamma: «Davide ha la sindrome di Down, nessuno lo porta al lavoro»

FIESCO - Davide ha 19 anni e ha la sindrome di Down ma la sua condizione speciale non ne ha certo limitato la voglia di lavorare, di far carriera e di dedicarsi ai fornelli e alla sala, arti che ha appreso con successo nella scuola InChiostro di Soncino.

La sua mamma Luisella gioisce ogni volta che vede il sorriso del figlio 19enne, ormai in divisa, pronto ad aprire le porte degli Oleandri, ristorante castelleonese. C’è un problema, però. Davide vuole lavorare ma non può raggiungere da solo il suo posto di lavoro.

La mamma, infermiera 52 enne, nonostante i permessi della 104, non può accompagnarlo ogni giorno e neppure il municipio ha un servizio ad hoc. Per fortuna, almeno fino alla scadenza del contratto in primavera, ci hanno pensato gli operatori della coop Lo Scricciolo.

Ma cosa riserva il futuro? E quanti ragazzi diversamente abili con le relative famiglie sono e si troveranno nella stesa situazione?

Da qui l’appello: «Mi sono sentita sola. Ho conosciuto mamme che sono rimaste a casa dal lavoro pur di permettere ai figli di andarci. Si tratta di un paradosso inaccettabile. Servono più tutele».

Luisella Stroppa è un’infermiera, consigliere di maggioranza in giunta a Fiesco, e suo figlio Davide è chef e cameriere. Abitano a Fiesco dove gli ‘Stradibus’ non arrivano e per raggiungere Castelleone bisogna mettersi alla guida di un’auto.

Davide, da solo, non lo può fare. Una volta, per dover di cronaca, la linea di bus c’era, e l’avevano chiesta le amministrazioni, poi però è stata stroncata dal gestore per inutilizzo.

Adesso il 19enne può continuare il lavoro dei suoi sogni solo grazie all’aiuto dei volontari che lo portano sull’uscio del locale ma da maggio potrebbe restare a casa.

La madre si sente isolata: «Davide ha frequentato InChiostro e il suo percorso per disabili. Ha studiato sia cucina che sala per quattro anni e ha fatto anche esperienza organizzando rinfreschi fuori dai teatri. Come i suoi amici e compagni, ha fatto l'esame in Dad e nella sua tesina ha portato un piatto tipico lombardo, il dolce di San Biagio. Grazie alla coop Csa e alla scuola, poi ha trovato lavoro agli Oleandri, davanti all’albergo di Castelleone, e ne era entusiasta. Certo, prende circa 100 euro al mese, che sono praticamente un rimborso spese, però ama farlo e in più credo fortemente che fargli guadagnare indipendenza e autonomia sia importante per lui. Ma arrivare al ristorante è sempre un calvario».

Il trasporto, per penuria di mezzi da parte di istituzioni e associazioni, si è rivelato infine il nodo gordiano: «Ho chiesto aiuto al Comune, alle Croci, mi sono anche offerta di pagare privatamente i pulmini. Questi ultimi però nemmeno arrivano a Fiesco. Non nascondo di essermi sentita abbandonata dagli enti e dai servizi sociali. Racconto la mia storia non solo per Davide ma per tutte quelle famiglie nella stessa situazione. Serve, secondo me, un tavolo dei sindaci coi gestori dei servizi.  Solo grazie a Lo Scricciolo oggi possiamo mandarlo a lavorare e farlo divertire e crescere. I volontari organizzano anche laboratori e uscite ma non possono fare tutto da soli. Serve aiuto. Davide ha il diritto di vivere, uscire, impegnarsi e giocare come tutti gli altri».

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