SOS ACQUA
09 Febbraio 2022 - 18:48
CREMONA - Con 105.193 tamponi effettuati è di 9.374 il numero di nuovi positivi al Coronavirus registrati in Lombardia - 360 in provincia di Cremona -, con un tasso di positività in salita all’8,9% (ieri 7,6%). Il numero dei ricoverati diminuisce nelle terapie intensive (-5, 192) e nei reparti (-126, 2.393). Sono 29 i decessi - 2 a Cremona - che portano il totale da inizio pandemia a 37.792.
Si conferma il calo dei contagi e delle quarantene nelle scuole lombarde. Il report di monitoraggio diffuso oggi dall’Assessorato regionale al Welfare, relativo alla settimana tra il 31 gennaio e il 6 febbraio, conta 24.992 nuovi positivi nella popolazione scolastica (0-18 anni), in calo del 43% rispetto ai 43.813 della settimana prima (24-30 gennaio) e del 60% rispetto a quella ancora precedente (17-23 gennaio).
I più colpiti dal Covid, 9.078, restano ancora i bimbi tra i 6 e i 10 anni, che registrano anche l’incidenza maggiore (1930,376), ma il trend dei contagi risulta in calo in tutte le fasce d’età. In tutta la regione gli alunni posti in quarantena perché contatti di caso positivo si riducono a 43.004, più che dimezzati rispetto ai quasi 97 mila della settimana precedente, così come le classi, che passano da 7.568 a 3.533, e gli operatori scolastici (2.674 contro 5.605). In calo per la prima volta anche le quarantene nell’Ats di Milano: qui gli alunni sottoposti alle misure restrittive sono 12.553, le classi 1.139 e gli operatori 998.
«Anche i risultati dell’ultimo report confermano un risultato in costante miglioramento per quanto concerne il trend dei contagi - commenta la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti -. È una fotografia che permette a studenti e docenti di avviarsi verso la fase decisiva dell’anno scolastico con ulteriore e rinnovata fiducia, soprattutto per quanto concerne la didattica in presenza e tutte quelle condizioni più favorevoli che saranno fondamentali per gli studenti che dovranno affrontare gli esami di fine anno. Ma penso anche alla rinnovata serenità di tante famiglie che potranno così affrontare senza le preoccupazioni delle scorse settimane la loro quotidianità lavorativa».
Al via un nuovo progetto coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla sorveglianza del long Covid. Tra gli obiettivi anche una mappa dei centri. Monitorare gli effetti a lungo termine dell’infezione da SARS-CoV2, per accrescerne le conoscenze e per uniformarne l'approccio e la gestione clinica a livello nazionale. È questo lo scopo del progetto, finanziato dal ministero della salute, 'Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione COVID-19 (Long-COVID)' di cui l’Iss è capofila, presentato oggi.
«Ormai sappiamo che se a distanza di quattro settimane dall’infezione e nonostante la negatività del test, i sintomi persistono - afferma Silvio Brusaferro, Presidente dell’ISS - ci troviamo di fronte ad una condizione che oggi viene inquadrata come Long-Covid. Le conoscenze sul Long-Covid sono tuttora oggetto di numerose indagini e in questa prospettiva di approfondimento va inquadrato questo progetto. L’iniziativa, lanciata dal Ministero, mira a dimensionare, riconoscere e affrontare questa condizione, attraverso l’istituzione di una rete nazionale di sorveglianza, una mappa di centri clinici collegati tra loro e capaci di condividere buone pratiche».
«Stanchezza, a volte anche mentale (ovvero problemi di memoria e difficoltà a concentrarsi), perdita di olfatto e gusto, ma anche cefalea e stress insieme a difficoltà cardio - respiratorie e molto altro. Sono questi alcuni dei sintomi persistenti associati al Covid-19, anche a guarigione avvenuta - spiega Graziano Onder, Direttore del Dipartimento Malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’ISS, coordinatore del progetto - che fanno parlare di Long-Covid. Non è ancora chiaro se tutto ciò sia conseguenza di un danno causato 'a monte' dal virus contro questo o quell'organo, o dalla risposta immunitaria innescata sempre dal virus ma poi 'deviata' contro organi e tessuti. Il progetto che oggi presentiamo ci aiuterà innanzitutto ad aumentare le nostre conoscenze sul fenomeno, base da cui partire per trattamenti più mirati, oltre che omogenei».
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