L'ANALISI
31 Gennaio 2022 - 11:10
CREMONA - Il direttore dell’ufficio tecnico dell’Asst di Lodi, l’architetto Maurizio Bracchi lascia la sanità lodigiana, dopo ventidue anni di servizio, per accogliere una nuova sfida professionale: entra a far parte dello staff che progetterà e realizzerà il nuovo ospedale di Cremona. La notizia è stata diffusa nelle scorse ore da «Il Cittadino», il quotidiano di Lodi. L’incarico è arrivato direttamente dal direttore generale dell’Asst, Giuseppe Rossi. Bracchi ha svelato la sua nuova missione in una articolata intervista rilasciata a Cristina Vercellone, giornalista del quotidiano lodigiano, in cui spiega il perché di quella che ha tutte le caratteristiche di una impresa di assoluto rilievo, in cui si mette in evidenza come l’attuale nosocomio di Cremona abbia fatto il suo tempo e per questo sia necessario procedere alla costruzione ex novo di una nuova struttura. Ed in merito alla questione è lo stesso architetto lodigiano, classe 1962, a dichiarare al quotidiano come «l’ospedale di Cremona non ha vissuto nel tempo uno sviluppo come il nostro. Si trova in una situazione grave e non è ristrutturabile. Il tutto in un’area di competenza di 18 ettari».
Nelle parole dell’architetto, nell’inquadramento del suo nuovo incarico, Bracchi contestualizza le necessità strutturali nate dall’esperienza pandemica e afferma: «La pandemia ci ha insegnato che serve una sanità territoriale, ma che se non c’è un ospedale per acuti forte alle spalle, la sanità territoriale non regge». Ed è in questo quadro che nel mettere a confronto realtà lodigiana in essere e la prospettiva della nascita del nuovo ospedale cremonese, l’architetto svela come seicento stanze del nosocomio cremonese saranno tutte stanze singole con bagno». Con la nomina di Bracchi da parte del dg Rossi nella squadra dei progettisti del nuovo ospedale, decolla la grande macchina progettuale e organizzativa del nuovo ospedale cremonese, che subentrerà all’attuale edificio entrato in servizio più di mezzo secolo fa e che, evidentemente, ha fatto il suo tempo, per il quale i costi di ristrutturazione sarebbero superiori a quello necessari per costruirne uno ex novo.
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