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Disabilità: «Al Munari ignorati e sviliti i bisogni degli allievi»

Lettera dei tre genitori del consiglio d’istituto ai ministri Stefani e Bianchi. Il preside: «Accuse pretestuose»

La Provincia Redazione

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31 Gennaio 2022 - 05:25

Disabilità: «Al Munari ignorati e sviliti i bisogni degli allievi»

L'istituto Munari

CREMA - I diritti degli allievi con disabilità al centro del j’accuse lanciato dalla componente genitori del consiglio d’istituto del Munari contro il dirigente Pierluigi Tadi. Il preside respinge le accuse: «Sono pretestuose». Il motivo è esplicitato in una lettera inviata ai ministri Erika Stefani (Disabilità) e Patrizio Bianchi (Istruzione), al consigliere regionale Matteo Piloni, al sindaco Stefania Bonaldi, agli assessori comunali Attilio Galmozzi (Istruzione) e Michele Gennuso (Welfare), all'Ufficio scolastico regionale e a quello territoriale.

LA LETTERA DEI GENITORI  DEL CONSIGLIO D'ISTITUTO.

Eccolo riassunto: «Ignora e svilisce i bisogni degli alunni con disabilità e le esigenze loro e delle famiglie, facendo carta straccia di diritti sanciti dalle norme in materia, trincerandosi dietro cavilli e formalismi, che tradiscono la ratio legis, si pongono in contrasto con indicazioni normative e offendono la sostanza dei diritti dei disabili».

La premessa dei rappresentanti dei genitori è che non si tratta della prima volta. «Avremmo preferito essere ascoltati in ambito scolastico, ma ciò non è stato sinora possibile e pertanto, data la gravità delle situazioni più volte segnalate, siamo costretti a rendere pubblica la lettera, perché tutti possano rendersi conto di ciò che accade al Munari».

Nello specifico, è accaduto che i tre rappresentanti della lista Genitori... Anche​ noi per la scuola abbiano chiesto di svolgere on line gli incontri dei Gruppi di Lavoro Operativo, organismi dedicati agli studenti con disabilità, che invece erano previsti in presenza.

«Li abbiamo chiesti on line - affermano i firmatari - per via delle norme sui contagi e sulle quarantene, che avrebbero reso impossibile la partecipazione a molti genitori, specialisti, docenti e educatori che devono, invece, poter rappresentare tutte le esigenze da condividere per offrire a ciascun alunno disabile il progetto educativo più adatto. Lo prevede un decreto del 2020».

LA RISPOSTA DI TADI.

La risposta di Tadi ai genitori è stata che «il Glo non è un organo collegiale giudicante perfetto al pari di un consiglio di classe durante uno scrutinio. Pertanto le sue sedute e le conseguenti determinazioni risultano comunque valide anche in assenza di una componente o di una parte dei componenti».

Il dirigente Tadi controbatte alla lettera: «Appaiono ormai fin troppo evidenti l'accanimento e la condotta persecutoria perpetrate nei miei confronti e con riferimento a qualsiasi decisione presa dalla direzione del Munari, anche se concordata con l’Ufficio scolastico regionale, da parte di questi tre signori che arrivano addirittura al punto di pretendere l'applicazione del decreto interministeriale 182/2020 attualmente non vigente perché notoriamente annullato dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato. Peraltro tutti i 56 scrutini ed i 47 Glo programmati per il mese di gennaio si sono svolti regolarmente in presenza senza riscontrare alcun problema».

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