CALCIO
10 Gennaio 2022 - 18:59
CREMA - Nuove indagini saranno eseguite sulla morte di Mauro Pamiro, 44 anni, l’amato professore di informatica al Galilei di Crema e musicista, trovato cadavere la mattina del 29 giugno del 2020 nel cantiere edile in via don primo Mazzolari. Il gip del tribunale di Cremona, Giulia Masci, non ha archiviato l’indagine aperta nei confronti della moglie Debora Stella, unica indagata con l’ipotesi di accusa di omicidio, e ha dato alla Procura sei mesi di tempo per approfondire gli esami che serviranno a far luce sulle circostanze in cui è avvenuto il decesso del docente che alle due di notte uscì dall’abitazione, una villetta in via Biondini, e si incamminò in via Camporelle verso il cantiere, come risulta da una telecamera.
Per la Procura, Pamiro si arrampicò sul tetto della palazzina in costruzione, prese la rincorsa e si lanciò. Nella caduta, "impattò" contro un frammento di tegola sporco di sangue, rinvenuto accanto al corpo. I genitori del professore, papà Franco e mamma Marisa, non hanno mai creduto alla tesi del suicidio. Nelle quattro pagine di rigetto del decreto di archiviazione, il gip ritiene "opportuno" acquisire il video che la squadra mobile di Cremona girò la mattina nell’abitazione, quando gli investigatori si presentarono dalla moglie. Debora era in stato confusionale, rilasciò dichiarazioni sconclusionate, si accusò del delitto, poi ritrattò. Fu ricoverata in Psichiatria, sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio. Nuove verifiche vengono chieste anche sul frammento di tegola "al fine di accertare ovvero escludere" la presenza di impronte papillari o Dna appartenenti a terze persone.
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