L'ANALISI
27 Dicembre 2021 - 05:30
VAILATE - Da Vailate negli Usa per insegnare all’università, fare ricerca e lavorare nientemeno che assieme ad un premio Nobel per l’economia, Michael Kremer, insignito del riconoscimento nel 2019 per l'approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale. Nuovo, prestigioso incarico per Elisa Maffioli, nominata direttrice del “Development innovation lab”, il nuovo laboratorio di Economia dello Sviluppo fondato dal professor Kremer presso la Chicago University. Un incarico che va ad aggiungersi alla cattedra che Elisa ha presso la University of Michigan dove insegna “Global health” (salute globale) ed Economia agli studenti del master di “Health Management and Policy” (traducibile in “Gestione delle politiche della salute”), il più prestigioso al mondo in questo settore. Niente male per la trentaquattrenne vailatese, una di quelle persone che fanno della semplicità il proprio carattere distintivo e che non amano neanche troppo parlare del proprio curriculum professionale.
Eppure, ne avrebbe tutti i titoli per farlo: la laurea in Economia e Scienze Sociali alla Bocconi di Milano, il dottorato alla
Duke University di Durham, nella Carolina del Nord, su diversi progetti legati ai problemi di salute nei Paesi in via di sviluppo di Asia, Africa ed America Latina, il prestigioso incarico alla University of Michigan e adesso questo a Chicago. “Sono direttrice del Development innovation lab – spiega Elisa - per quel che concerne la parte di ricerca che si occupa di acqua e salute (“Water and Health”), un programma che ha risvolti in tantissimi Paesi. Nello specifico mi occupo del Kenya, dove sono anche stata di persona per un paio di settimane nell’agosto scorso”. I quasi due anni di pandemia da Covid-19 non hanno fermato il lavoro ed i programmi di Elisa. “Dal punto di vista personale – continua - è andato tutto bene (sposata con Emanuele, anch’egli docente universitario, Elisa è in dolce attesa di un maschietto che nascerà fra qualche mese a Chicago e che “Avrà un nome italiano”). Da quello professionale, ci siamo dovuti adattare tutti quanti, sia noi docenti sia gli studenti, a questa nuova realtà. Ho insegnato online e anche nel prossimo semestre terrò le lezioni a distanza. Quella presso la Chicago University è stata un’opportunità unica, che non potevo non cogliere. Per il momento mantengo sia l’incarico all’università del Michigan sia questo nuovo e penso di poter riuscire a gestirli entrambi. Con il lavoro a Chicago sono entrata in contatto ed ho appreso come funziona il settore delle donazioni private, che negli Stati Uniti sono ingenti. Lavorare assieme ad un premio Nobel, inoltre, accresce la professionalità ed apre molte porte, come ad esempio l’approccio diretti di governi”.
Elisa si dice entusiasta della sua vita oltreoceano, del suo lavoro e dei suoi colleghi provenienti da diverse parti del mondo anche se non esclude, un giorno, il ritorno in Italia. “Nel breve, direi nei prossimi quattro o cinque anni, c’è ancora l’America. È un Paese che per quello che facciamo noi, vale a dire la parte di ricerca, ti dà delle opportunità incredibili. I fondi a disposizione sono molti di più rispetto all’Europa. Più avanti si vedrà”. Intanto si sta godendo con Emanuele le ultime ore di vacanza in Italia visto domani (28 dicembre) che la coppia ripartirà per gli Stati Uniti.
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