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L'IMMACOLATA
08 Dicembre 2021 - 16:17
CREMONA - «Fede e scienza non possono che rispettarsi reciprocamente». Un riferimento, dichiarato, all’attualità, nell’omelia del vescovo Antonio Napolioni, questa mattina in Cattedrale per il pontificale dell’Immacolata Concezione, partecipato da numerosi fedeli. Monsignor Napolioni, che ha concelebrato con i canonici, ha esordito affermando che la Scrittura rivela i pensieri e i sentimenti di Dio, e insieme attizza «il fuoco della speranza in ogni crocevia della storia». Se spetta alla scienza spiegare le concause, le dinamiche, i fattori della creazione, la fede si fonda sulla parola di Dio: «Sia la luce», e sul suo constatare che tutto il creato è «cosa buona».
«Il grande sì di Dio ha avuto bisogno del piccolo sì di Maria» per divenire Incarnazione, «grande concerto divino-umano, armonia perfetta tra la fedeltà a Dio e quella all’uomo, fra la libertà creatrice di Dio e la libertà responsabile dell'uomo, perché Dio non possiede, non limita la nostra libertà». La Chiesa infatti riconosce nel mondo «la sana autonomia delle cose terrestri, della società, della scienza e della cultura»; e qui il vescovo ha innestato il suo richiamo ai cristiani perché non dicano «la scienza non mi serve, dalla malattia mi salverà solo la preghiera», ma pure agli uomini di scienza perché non si chiudano al «senso ultimo della vita», non credano che «scienza e tecnologia da sole ci salveranno». È da superare, in sostanza, da una parte e dall’altra, le tentazione delle facili scorciatoie.
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