L'ANALISI
CREMA: I NODI DEL MAGGIORE
30 Novembre 2021 - 05:20
La sala d'aspetto del pronto soccorso riservata agli accompagnatori
CREMA - Una sala d’attesa fredda, con problemi di sicurezza legati a cavi scoperti e al pavimento disconnesso. Crescono le lamentele per la tensostruttura esterna al pronto soccorso del Maggiore – allestita ormai da circa un anno –: non ultima la lettera circostanziata pubblicata dal quotidiano La Provincia di domenica e firmata dal soncinese Roberto Grazioli. «Le persone attendono per ore in questa specie di serra al freddo, perché hanno posto una stufa con fili elettrici volanti che oltre a consumare corrente non scalda», uno dei problemi sollevati dal lettore. Altri cremaschi hanno notato come la sala non abbia un comfort ottimale. Viene utilizzata dai familiari dei pazienti che attendono la visita dei medici. Questi ultimi, infatti, restano all’interno del punto di primo intervento.
Per ragioni legate al distanziamento sociale e alle misure di sicurezza anti contagio introdotte con la pandemia, la sala allestita con un tendone è riservata agli accompagnatori, proprio per evitare il sovraffollamento del pronto soccorso, struttura che conta ogni giorno dai 160 ai 180 pazienti. Il direttore sanitario dell’Azienda socio sanitaria territoriale Roberto Sfogliarini, prende atto delle lamentele e annuncia verifiche, pur sicuro che la struttura sia a norma. «Lo stato del tendone è rispondente ai canoni di sicurezza come certificato dai sopralluoghi dei tecnici del nostro ufficio – spiega il manager –: non ritengo ci siano problemi nemmeno per il discorso legato alla sanificazione degli ambienti. Viene fatta regolarmente ogni notte, unita a un pulizia accurata. A volte si interviene anche durante il giorno».
Un'altra delle perplessità espresse da Grazioli nella sua missiva riguardava infatti proprio «l’aria viziata» all’interno del tendone. Sulla questione legata al riscaldamento, il direttore sanitario aggiunge: «La stufa elettrica in questione si è dimostrata efficace in passato, anche nel riscaldare le tensostrutture che avevano adibito alle vaccinazioni, prima di aprire l’hub nell’ex tribunale. Verificheremo comunque il suo corretto funzionamento, può darsi che in qualche frangente non fosse accesa a pieno regime. Ci rendiamo conto che aspettare ore in un tendone non sia il massimo in termini di comfort per gli accompagnatori, ma non ci sono altre soluzioni. Le necessità di sicurezza e di prevenzione del contagio, imposte dalla pandemia, non consentono di far entrare in pronto soccorso gli accompagnatori dei pazienti».
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