L'ANALISI
31 Ottobre 2021 - 05:55
CREMONA - La protesta per l’annunciato affidamento in appalto al privato dei servizi di supporto assistenziale nei reparti di Medicina dell’Ospedale Maggiore e dell’Ospedale Oglio Po si è trasformata ieri mattina in una appassionata e partecipata difesa della Sanità pubblica cremonese. Al presidio organizzato dai sindacati della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil con Nursing Up e Rsu, infatti, hanno preso parte circa 150 persone. E il sindaco Gianluca Galimberti ha portato la vicinanza dell’amministrazione comunale ai lavoratori: «La politica — ha arringato il primo cittadino — deve lavorare per rilanciare la Sanità territoriale. E in questo un aspetto essenziale sono le persone e i lavoratori». Il sindaco ha poi sottolineato due aspetti: «Da parte nostra c’è la volontà di collaborare, ma per poterlo fare la dirigenza sanitaria deve saper ascoltare chi lavora. E poi cosa significa esternalizzare? Le persone devono poter avere stabilità e il loro lavoro deve avere continuità. I lavoratori devono poter sentire la mission dell’ospedale come loro. Per questo occorre investire sulle persone, non esternalizzare. L’amministrazione comunale — ha concluso il sindaco — è al vostro fianco in una logica di collaborazione fra istituzioni». Per la Giunta erano presenti anche gli assessori Maura Ruggeri e Maurizio Manzi.
Nel volantino distribuito dai sindacati si spiega: «Sanità pubblica cremonese: smantellamenti, appalti e chiusure progressive. Adesso basta. Una vergogna targata Direzione Asst Cremona con un direttore generale arroccato dietro una porta blindata e un direttore amministrativo made in torre di Babele». E ancora, nel documento in rime baciate sul retro del volantino i sindacati ironizzano: «Il dg Rossi in Tv bello appare, ma dai sindacati sembra scappare. Perché mai presentarsi agli inviti? Per lui siamo solo ostacoli sgraditi». Al presidio c’erano anche il consigliere comunale dei M5S Luca Nolli e il senatore soresinese Danilo Toninelli. Sabrina Negri, con Luca Dell’Asta e Daniele Pirri, della Cgil, denunciano la mancanza di chiarezza nella strategia della direzione dell’Asst: «Abbiamo il sospetto che si stia smantellando e impoverendo la Sanità pubblica territoriale, un vero paradosso dopo il Covid, quando i nostri operatori sanitari hanno fatto la differenza». Anche Roberto Dusi (Cisl) mette in rilievo «la scarsa volontà di dialogo» del dg Rossi, «ristretto fra le mura di una direzione blindata. Dopo il primo saluto al momento del suo insediamento, non l’abbiamo mai più incontrato. Le relazioni sindacali sono pessime e poco produttive. Inoltre manca totalmente una visione strategica condivisa con i lavoratori e con i cittadini cremonesi. Assistiamo ad una fuga di professionisti che va a discapito della salute dei cittadini. La medicina territoriale non ha futuro e invece avrebbe potuto salvare molte vite durante la pandemia se non fosse stata negli anni distrutta». E per Angelo Bonvissuto (Uil), l’esternalizzazione «di un aspetto così importante come l’assistenza ci fa capire la volontà di privatizzare servizi all’interno di una struttura pubblica abbassando la qualità assistenziale offerta ai cittadini e indebolendone il diritto alla salute». Maria Grazia Bensi, di Nursing Up, ha parlato di decisione che muove da «motivazioni economiche che non tengono contro della vita e della salute delle persone».
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