L'ANALISI
CORONAVIRUS: LE VACCINAZIONI
28 Ottobre 2021 - 05:55
CREMONA - Sono quasi 9.400 i cremonesi che potrebbero presto essere contattati, prima del previsto, per il richiamo vaccinale: tanti sono gli uomini e le donne che nei mesi scorsi hanno ricevuto il siero Johnson&Johnson, teoricamente monodose ma ora oggetto di un dibattito a livello internazionale in seguito alle indagini sulla risposta anticorpale. La Fda americana ha già dato via libera ad una seconda dose almeno due mesi dopo la prima somministrazione, mentre in Italia si attende la decisione di Aifa ed Ema che potrebbe arrivare proprio oggi. «Come per tutti gli altri vaccini – ha dichiarato ieri Guido Rasi, consigliere del commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo –, dopo due mesi comincia a declinare la risposta immunitaria ed è ragionevole che dopo sei mesi valga la pena ricevere una seconda somministrazione. Non c’è ragione di allarmarsi». Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha invece affermato che da gennaio partirà la somministrazione delle terze dosi al resto della popolazione (dopo anziani e personale sanitario) dando priorità appunto a chi ha ricevuto J&J.
Pochi dubbi, come afferma anche l’immunologa cremonese Claudia Balotta, sul fatto che dovrebbe trattarsi di vaccinazione eterologa. «Si presume che arrivata a questa fase la campagna vaccinale proseguirà, almeno in Italia, solo con i vaccini ad Rna – dice – e la cosa non deve allarmare perché la vaccinazione eterologa è già stata attuata e con successo nei mesi scorsi dopo le prime dosi di Astrazeneca. Con questo non voglio dire che i vaccini a vettore virale non funzionino, sia chiaro. L’incremento dei contagi in Inghilterra a mio parere non è da imputare a una non efficacia del vaccino ma a una percentuale maggiore di non vaccinati, alla scelta di somministrare la seconda dose a distanza di tempo e soprattutto a un progressivo abbandono delle altre misure precauzionali a partire dall’uso della mascherina, che resta invece fondamentale». Tornando ai vaccinati con J&J, Balotta si augura che i cremonesi interessati rispondano con serenità al futuro appello e portino avanti il processo di immunizzazione, che a suo parere avverrà almeno sei mesi dopo la prima somministrazione. Quanto al calcolo anticorpale, la dottoressa ribadisce «che ad oggi il risultato del test sierologico non rappresenta un fattore così utile per la scelta di somministrazione o meno, perché non sappiamo il valore minimo di anticorpi necessari». Così come la loro durata.
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