L'ANALISI
23 Ottobre 2021 - 05:40
CREMONA - C’è rabbia e amarezza nell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili per la decisione presa dall’Inps di togliere l’assegno di invalidità parziale a chi lavora. «Una ingiustizia sociale e una beffa», la definisce Leopoldo Oneta, presidente provinciale dell’Anmic. L’Inps ha deciso di modificare, inaspettatamente, una linea interpretativa risalente al 2008 e ha ritenuto di escludere dal beneficio dell’assegno mensile gli invalidi civili parziali (dal 74% al 99% di invalidità) che svolgano attività lavorativa precaria o parziale, ma comunque produttiva di reddito.
«Si tratta di un assurdo logico, giuridico, ma anzitutto sociale – prosegue Oneta — che preclude ai disoccupati e a molti nostri associati, che svolgono una piccola attività lavorativa, percependo un reddito bassissimo, la possibilità di percepire una prestazione economica istituita proprio per sostenere la persona disabile in cerca di un lavoro stabile e risulta completamente privo di reddito. Stiamo parlando di un piccolo sostegno, da 287 euro al mese, ma fondamentale per il sostentamento e la dignità della persona». La norma va a colpire chi svolge attività occasionali, precarie con un reddito inferiore a quello già previsto per la percezione dell’assegno di invalidità civile.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris