L'ANALISI
CORONAVIRUS: IL GREEN PASS
19 Ottobre 2021 - 20:31
CREMONA - «I farmacisti stanno facendo, e devono continuare a fare, opera di informazione e sensibilizzazione. Io posso dire
che funziona: ho già diversi clienti che, nonostante nei giorni scorsi abbiano richiesto il tampone per ottenere il Green pass, ora hanno deciso di prenotare la prima dose del vaccino». Rosanna Galli, presidente di Federfarma Cremona e titolare dell’omonima farmacia di via Bissolati, traccia un bilancio dei primi giorni (caotici) dall’entrata in vigore del decreto che impone l’obbligo del certificato verde. E lo fa partendo proprio da chi ha presto cambiato idea. La sua premessa è che l’educazione sanitaria deve restare alla base dell’opera di coloro che esercitano proprio in ambito sanitario: «Lo scetticismo e la paura nei confronti del vaccino sono principalmente conseguenza di fake news. E quindi ogni farmacista ha il dovere di spiegare, di smontare teorie non scientifiche e di rassicurare. Noi facciamo i tamponi, certo, e continueremo a farli. Ma allo stesso tempo cerchiamo di fare capire l’importanza della campagna vaccinale per uscire una volta per tutte da questa situazione. Perché ritengo non si possa andare avanti all’infinito con questa prassi, e la decisione già presa da diversi clienti mi dà ragione: fare tre tamponi a settimana, con file, attese e costi annessi, è un disagio».
Galli rinnova quindi l’appello ai colleghi, affinchè facciano anche informazione, e solleva una problematica non da
poco: nei weekend, la domenica soprattutto, le code per i tamponi rischiano di non essere evase. «Di domenica le farmacie aperte sono poche, ma per potersi recare al lavoro al lunedì mattina i non vaccinati devono per forza di cose fare un tampone. Questo significa che, soprattutto in quel giorno, anche chi ha bisogno del tampone per altri motivi, come partenze o semplici precauzioni, può faticare parecchio ad accedere al test rapido. Al lunedì e in generale nei giorni settimanali la situazione si normalizza. Credo e mi auguro comunque – conclude – che piano piano il numero di prenotazioni di tamponi vada scendendo, per effetto dell’adesione alla campagna vaccinale». Per evitare caos nelle normali ore di apertura della farmacia, e per garantire quindi il servizio tradizionale ai clienti senza intoppi, parecchi professionisti hanno deciso di effettuare i tamponi in altre fasce orarie. Anche Galli ha optato per questa soluzione: «Io li faccio nella pausa pranzo, una ventina al giorno. Ma so che da certi colleghi si raggiungono cifre giornaliere molto elevate».
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