L'ANALISI
16 Settembre 2021 - 16:15
CREMA - «Guarda che ti sei imbattuto nella persona sbagliata. Tu vai a cercare rogne. Tu hai proprio una brutta cera da cadavere». La ‘persona sbagliata’ è Toni Scovino, 50 anni, imprenditore di Crema, dove tutti lo conoscono «e tutti i vigili sono miei amici». Un businessman, Scovino, «molto amico» di Lele Mora, l'ex agente dei vip, residenza a Lugano. Chi ha «la brutta cera» è un agente della Polizia locale, all'epoca dei fatti in servizio a Crema.
Il loro destini si incrociano il 5 febbraio del 2016, nel quartiere di Ombriano. Quel giorno Scovino ha fretta. Deve portare il fratello Marco, malato seriamente, al Policlinico San Matteo di Pavia per un ciclo di cure (il fratello è morto un anno fa).
Imprenditore e vigile si sono rivisti oggi in Tribunale a Cremona. Scovino è accusato di aver minacciato il vigile. C’è dell’altro. Cinque anni fa, sul cruscotto aveva esposto il contrassegno per disabili. Ma era la fotocopia dell’originale e gli sono stati attaccati altri due reati: falsità materiale commessa dal privato e uso di atto falso. Oggi il vigile ha raccontato la sua versione. Scovino, difeso dall'avvocato Vittorio Meanti, ha rilasciato dichiarazioni spontanee su quanto accaduto in via Pagliari, dove «mi hanno tenuto fermo tre ore, è arrivata la cavalleria e la visita al Policlinico è saltata. La denuncia, oggi il processo. La sentenza l'1 ottobre prossimo».
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