L'ANALISI
10 Settembre 2021 - 06:15
CREMA - Un’impennata improvvisa, che non si verificava dal marzo scorso: purtroppo sono tornate quantità importanti di rifiuti sulla Paullese raddoppiata. L’ultima raccolta del materiale abbandonato lungo le piazzole di sosta e i guard rail, completata nei giorni scorsi dal personale di Linea gestioni, ha portato al recupero di oltre mezza tonnellata di immondizia. I dati sono stati resi noti ieri dalla società consortile: 520 chilogrammi, il 150% in più di quanto raccolto a inizio agosto (due quintali).
Nei mesi precedenti i quantitativi erano stati 180 chilogrammi a luglio, 240 a giugno, 360 in maggio e 400 in aprile. A marzo 800 chili. Il servizio rientra nella convenzione tra Linea e i Comuni dell’asta (Crema, Bagnolo Cremasco, Vaiano Cremasco, Monte Cremasco, Dovera, Pandino e Spino d’Adda).
Una spesa annuale di 10 mila euro, divisa tra gli enti locali, in base alla popolazione residente. L’incremento dei rifiuti abbandonati ad agosto, è stato causato dallo scarico abusivo di materiale di ogni tipo. Dai sacchi di indifferenziata, sino alla plastica e agli inerti. La convenzione è in vigore ormai da quattro anni e si rinnova ogni 12 mesi con l’obiettivo di mantenere il decoro sulla principale arteria di grande comunicazione del territorio. Una vera e propria porta di ingresso verso il Cremasco, per chi proviene dal Milanese e dal Lodigiano.
Da anni i singoli Comuni e diversi gruppi di volontariato lottano contro il degrado anche lungo le strade di servizio dell’ex statale, mettendo in campo raccolte periodiche ad opera di volontari.
I risultati sono importanti, ma purtroppo non bastano. L’inciviltà non conosce limiti e confini. Per cercare di frenare le discariche abusive vengono impiegate anche fototrappole e gli incaricati dei comuni e gli agenti delle polizie locali aprono i sacchi per cercare indizi che permettano di risalire ai responsabili. Negli anni sono state comminate decine di multe, sanzioni che possono arrivare sino a 300 euro.
Senza questa continua attenzione e senza l’impegno di decine di cittadini paladini dell’ambiente, la situazione rischierebbe di diventare insostenibile. Una battaglia di civiltà che si prospetta ancora molto difficile: oltre alla repressione e al recupero dell’immondizia abbandonata, il lavoro richiede anche iniziative di prevenzione, attraverso l’educazione civica delle nuove generazioni e degli adulti.
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