L'ANALISI
29 Agosto 2021 - 06:20
Il 21enne finito all’ospedale con il cerotto sulla fronte
CREMONA - A notte fonda, l’aggressione più assurda e futile. Senza alcun motivo che possa anche lontanamente spiegare perché esplode la violenza. E alla fine, l’unica cosa che resta per spiegare l’accaduto, almeno al momento, è la voglia di menare le mani. Con chicchessia. E questo rende tutto più inaccettabile. È così che una serata di fine estate che doveva essere di pieno relax si trasforma in qualcosa di molto più pesante.
«Volevano picchiare, punto e basta. È capitato a me, poteva finirci qualcun altro». Parla con calma e misura le parole — ognuna delle quali, peraltro, lascia il segno — il 21enne di Cremona che ieri si è vista monopolizzata la giornata da quanto accaduto, suo malgrado, nella zona antistante il Juliette, il locale di via Mantova alle porte della città, fra le 3,30 e le 4 della notte fra venerdì e ieri.
Al 21enne, visitato dai sanitari del Maggiore ieri mattina, è stata riscontrata una «lesione lacero contusa alla fronte», per fortuna superficiale e non tale da provocare particolari conseguenze. Detto questo, il 21enne si è ritrovato il volto pieno di sangue e non è così facile capire cosa capita e perché capita nei frangenti che ha vissuto in prima persona. Il 21enne ha preannunciato, per ieri pomeriggio, il deposito della denuncia al Comando dell’Arma, ai militari che con varie pattuglie sono intervenuti già nell’immediatezza dei fatti.
«Si è avvicinato questo ragazzo, avrà avuto una ventina d’anni, e mi ha chiesto di accendere. Ho tirato fuori l’accendino e lui, per tutta risposta, me lo ha strappato dalle mani. Ho replicato che così facendo finiva che nessuno lo avrebbe più utilizzato, l’accendino. Poi tutto è degenerato. La ragazza che stava con lui mi ha scaraventato sulla testa la borsetta e mi sono trovato il volto pieno di sangue. A quel punto il ragazzo dell’accendino ha cercato a sua volta di colpirmi, più volte, senza riuscirci. Mi sono allontanato, ho chiamato i miei amici che erano già partiti e ho detto loro di chiamare i carabinieri. Che ero solo». E le pattuglie sono arrivate.
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