L'ANALISI
26 Agosto 2021 - 06:30
CREMONA - «Basta con questa puzza stomachevole che riempie l’aria di casa e resta addosso tutto il giorno fin dal mattino. Dove sono i controlli?». È solo uno dei tanti messaggi che il comitato di quartiere Sant’Ambrogio sta ricevendo, diventati quotidiani e sempre più pressanti. Il problema riguarda lo stabilimento ex Negroni di via Filzi, oggi gestito dal Gruppo Veronesi-Aia, che al suo interno, da un anno, ha aperto una linea per la preparazione di pollo fritto e un’altra per la produzione di alimenti per cani. E se inizialmente gli odori derivanti dall’attività industriale non avevano allarmato più di tanto i residenti, ora chi abita in quella zona della città si mostra esasperato.
«La puzza di fritto persistente inizia di prima mattina, verso le 5, e dura tutto il giorno, impossessandosi delle vie di quasi tutto il quartiere — spiegano —: dalla zona residenziale Sant’Antonio e via san Zeno, lambendo il Naviglio Civico e sviluppandosi fino a via San Francesco d’Assisi senza lasciare scampo neppure a via Bergamo. Entra nelle abitazioni e si annida». Un fenomeno che d’estate si è amplificato, per la scarsa ventilazione e perché si tende a tenere le finestre aperte. «La situazione si sta facendo snervante — afferma il presidente del comitato, Antonio Sassi, che riceve lamentele per telefono, via messaggio e di persona —. Ci siamo attivati con una raccolta firme per fare un esposto formale e chiedere l’intervento definitivo del Comune».
Già oltre 70 le sottoscrizioni, quando l’obiettivo è arrivare almeno ad un centinaio. «Per la verità alcuni residenti si erano già mossi autonomamente settimane fa — rivela Sassi — presentando la loro petizione agli uffici comunali e c’è già stata un’ispezione di Arpa, della quale però non sappiamo nulla. La situazione è nota alle autorità e anche alla polizia locale, ma non è cambiato nulla: in alcuni momenti della giornata l’odore è talmente nauseante che è impossibile aprire le finestre». Sei giorni su sette è la programmazione della produzione della linea pollo. «E così per noi non c’è pace alcuna. Chiediamo che venga fatto qualcosa per diminuire il disagio e restituire agli abitanti del quartiere la tranquillità — conclude Sassi —. Continueremo la raccolta firme, chi vuole dare il proprio contributo può farlo rivolgendosi al comitato. Più siamo, più si spera le autorità ci diano ascolto».
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