L'ANALISI
23 Agosto 2021 - 06:15
SN BASSANO - Dopo undici ore di viaggio sono rientrati dalla Calabria stremati e arricchiti. La fatica e l’orgoglio per aver partecipato a una missione così complessa e così urgente resteranno ricordi indelebili ma nelle prime parole pronunciate appena rimesso piede su suolo cremonese i volontari appena tornati dall’emergenza incendi si dicono pronti, se necessario, a ripartire. Carla Feraboli dell’Anai San Bassano, Samuele Corlazzoli e Simona Zucca dello Sparviere Crema sono reduci da un’esperienza totalizzante. Ma alla domanda «Tornereste?», rispondono senza esitazioni: «Anche domani».
L’operatività dei due gruppi di Protezione civile è durata un paio di settimane. Del primo contingente hanno fatto parte Marco Mazzolari, Maurizio Marcellini, Christian Meloni e Marco Stanghellini, mentre alla seconda spedizione, oltre a Feraboli, Zucca e Corlazzoli, ha partecipato per alcuni giorni anche il sindaco Giuseppe Papa, che ieri ha accolto gli equipaggi in piazza del Comune a San Bassano insieme alla vice presidente Anai Daniela Zaninelli, a Marcellini e al volontario Marco Dolera.
Le impressioni raccolte a caldo da chi ha combattuto il fuoco in prima linea, con turni anche di dieci-dodici ore consecutive, raccontano di una Calabria migliore rispetto a quella trovata nella prima metà d’agosto. «Se prima bruciavano intere colline – spiegano – ora i focolai sono molto più piccoli. L’emergenza non si può considerare superata ma indubbiamente il lavoro di questi giorni ha sortito risultati importanti».
Con l’adrenalina ancora in circolo, più di una parola è stata spesa per la gente del posto, dalla quale sono arrivate testimonianze d’affetto tanto spontanee quanto impensabili. «Ci hanno riservato attenzioni che non dimenticheremo, dimostrandoci profonda gratitudine. È vero, dietro alla maggior parte dei roghi c’è la mano dell’uomo ma si tratta di una percentuale minoritaria: la stragrande maggioranza delle persone che vive in quei luoghi si è mostrata accogliente e collaborativa».
I volontari Anai e Sparviere hanno stazionato tra Catanzaro e Lamezia Terme, intervenendo in una zona collinare, prettamente boschiva. «Vento e caldo non hanno un’incidenza così rilevante – raccontano – perché di sera e soprattutto di notte le temperature scendono in modo sensibile. Purtroppo la matrice degli incendi è quasi sempre dolosa, e l’opera dei piromani è spesso agevolata dall’inciviltà: i tanti, troppi, rifiuti abbandonati nell’ambiente finiscono a loro volta per alimentare la combustione e rinvigorire le fiamme».
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