L'ANALISI
23 Agosto 2021 - 06:05
CREMA - Dieci tonnellate di rifiuti abbandonati in strada in un anno: tra l’agosto 2020 e i giorni scorsi. Ma il dato, riferito esclusivamente a quanto recuperato dagli operai di Linea Gestioni lungo l’asta dell’ex statale Paullese tra Crema e Spino e ai bordi della bretella che da Offanengo porta al casello autostradale della BreBeMi, è ben lontano dal descrivere la realtà. Pur essendo l’unico ufficiale. E nell’intero Cremasco, il quadro è ben più sconsolante.
«Soltanto da noi si parla di 600 chili di indifferenziata la settimana, escludendo la Paullese ma considerando le sponde dell’Adda», conferma il vicesindaco del popoloso Spino d’Adda, Enzo Galbiati. Perché il pacchetto di sigarette vuoto gettato dal finestrino, o la bottiglietta dell’acqua abbandonata sulla panchina una volta svuotata, sono abitudini dure a morire. E se ai 10 mila chili d’immondizia raccolti accanto ai guardrail di due delle principali arterie del comprensorio si aggiungono i sacchi riempiti, fino a 5 quintali a volta, nel corso delle periodiche uscite dei volontari che, non solo in città ma pure in buona parte dei paesi della cintura, mettono a disposizione il tempo libero per ripulire, è facile intuire la portata del fenomeno.
Lungo le superstrade «è impossibile — specifica l’assessore cittadino all’Ambiente Matteo Gramignoli — piazzare fototrappole», ossia le microcamere utilizzate per immortalare chi si libera dei rifiuti «impropriamente». Ma è pur vero che le amministrazioni del comprensorio, a partire proprio da Crema, ce la mettano tutta per arginare il fenomeno: dotazione di cestini aumentata a macchia di leopardo nelle vie, ma pure campagne di educazione a partire dalle scuole.
«L’immondizia lasciata sull’ex statale per Milano è in diminuzione, rispetto ai primi anni della raccolta», garantisce intanto Gramignoli. Ma è pur vero che gli abbandoni, anche consistenti, «si stanno diffondendo sulle strade meno battute attorno ai paesi», assicura il collega Galbiati. Tanto che il dato complessivo del quantitativo annuo è pressoché impossibile da calcolare.
Anche se a occhio e croce, le dieci tonnellate sembrano rappresentare una goccia nel mare di scarti gettati ai bordi delle carreggiate del Cremasco.
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