L'ANALISI
19 Agosto 2021 - 15:49
CAPERGNANICA - Le conseguenze del tempo sempre più instabile sulle coltivazioni della nostra Regione e il previsto calo della produzione: di questo ha parlato Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, nell’intervista realizzata ieri mattina e andata in onda nell’edizione delle 14 del telegiornale regionale della Lombardia. Una troupe della Rai, composta dal giornalista Francesco Patti e da due operatori, ha fatto visita prima all’azienda agricola dello stesso Crotti e poi a quella di Domenico Fusar Bassini, entrambe nella frazione di Passarera.
IL MALTEMPO
Prima le gelate, poi le grandinate quindi la siccità e i picchi di temperatura dei giorni scorsi, che hanno richiesto costose irrigazioni extra, hanno causato danni al settore agricolo. «Nella Bergamasca, nel Bresciano e soprattutto nella parte del Cremonese che riguarda Casalmaggiore — ha spiegato Crotti entrando nel dettaglio — è stato distrutto parte del raccolto del mais e in particolare del pomodoro. Finora, non è stata un’annata facile. Il clima impazzito sta creando parecchi danni alle nostre colture».
Per Confagricoltura è ancora presto per stilare un bilancio definitivo e per fare una stima dei danni, ma per il pomodoro si attende una diminuzione del 20% della produzione e per il mais del 5-10%. «È invece rimasto indenne il grano — precisa Crotti — mentre per l’uva scenderà la produzione, ma la qualità sarà buona».
I MAGGIORI COSTI
Bizzarrie del clima a parte, sono anche i maggiori costi a gravare sugli agricoltori e sugli allevatori in particolare. «Oggi — aggiunge il presidente — chi dà il latte all’industria prende dai 35 ai 37 centesimi al litro e non copre nemmeno i costi di produzione. Il prezzo della soia è aumentato del 70% e quello del mais del 30%». Due alimenti per il bestiame. Consideriamo che gli allevatori importano, come mangime, il 50% del mais e l'80% della soia. I dati sull'autoapprovvigionamento in Italia sono bassi: 47% per il grano, 18-20% per la soia, 90% per il latte e 60% per la carne suina. Nel 2019 il tasso di autoapprovvigionamento medio dei principali prodotti agricoli si è ridotto, rispetto all'anno prima, dall’82,2% al 77,6% ed è tuttora in calo. «Nel 2050 — prosegue Crotti — dovremo sfamare circa 11 miliardi di persone nel mondo. Per riuscirci occorre produrre il 70% in più di quanto facciamo oggi. Il problema non saranno le scorte di petrolio, come si pensava, ma il cibo. Russia e Cina lo hanno capito e si sono già accaparrate terre in Africa. Mentre l'Europa aumenterà gli ettari di forestazione, India e Brasile fanno il contrario, creando condizioni diverse di competitività. Servirebbero regole comuni».
L'ASSICURAZIONE
L’annata in corso è da definire difficile e Crotti invita le aziende a cautelarsi, in special modo quelle che praticano agricoltura intensiva. «Gli agricoltori devono assicurarsi. Ci sono realtà in provincia che hanno subito danni per 200-300 mila euro; chi non è assicurato rischia di chiudere. Ci sono fondi che arrivano dall'Unione europea in caso di danni all'agricoltura, ma non sempre bastano».
Il maltempo, che colpisce ormai a macchia di leopardo, ha portato le compagnie assicurative ad alzare i premi delle polizze. I prezzi dei prodotti agricoli, invece, secondo Crotti non sono aumentati. «Per il momento non ci sono stati aumenti da parte della grande distribuzione. Non credo che questa situazione che si è venuta a creare influirà sui consumatori».
La visita nel Cremasco della troupe della Rai si è conclusa nell’azienda agricola di Domenico Fusar Bassini, agricoltore e allevatore, che ha confermato l’analisi fatta dal presidente di Confagricoltura Lombardia.
In chiusura di intervista, Crotti ha toccato un altro tema caldo del settore: la mancanza di ricambio generazionale. «Lavorare in agricoltura richiede dei sacrifici e spesso i giovani non sono disposti ad accettare questo tipo di vita. In questo modo, però, il numero delle aziende rischia di diminuire». E con 11 miliardi di persone che presto saranno da sfamare, non è una bella prospettiva.
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