L'ANALISI
13 Agosto 2021 - 12:13
CREMA - Prima gli hanno rubato la bicicletta e il cellulare, poi gli hanno chiesto una somma di denaro per rientrare in possesso del maltolto. Ma lui, un 16enne cremasco, si è presentato al Commissariato di Polizia. Spaventato, ma risoluto a incastrare i colpevoli. Così gli agenti alla guida del dirigente Bruno Pagani hanno teso la trappola che ha messo in scacco i baby estorsori.
Il ragazzino derubato si è presentato nel luogo designato - un angolo isolato della città - all'ora concordata. Ad attenderlo c'erano tre ragazzini, tutti residenti a Crema: un coetaneo di origine egiziana, un 15enne marocchino e un italiano di 17 anni. Dopo aver consegnato il denaro, la vittima si è visto restituire solo la scheda SIM del telefonino e ha ricevuto la richiesta di altri soldi. A questo punto il personale del Commissariato, appostato in abiti borghesi nelle vicinanze, è intervenuto per bloccare la gang. Le successive perquisizioni nelle abitazioni dei tre minori hanno portato al rinvenimento della bicicletta e del cellulare, che sono stati restituiti al legittimo proprietario.
I tre, vista la minore età, sono stati indagati presso il tribunale di Brescia per i reati di tentata estorsione e ricettazione. Il gip del tribunale dei minori, su richiesta del pm Lara Ghirardi, che ha condiviso gli esiti dell'attività investigativa del Commissariato, ha disposto nei confronti del 16enne di origine egiziana - ritenuto il personaggio centrale della vicenda - l'obbligo di permanenza in casa con il divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi.
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