L'ANALISI
12 Agosto 2021 - 11:49
Youssef e il titolare della Caffetteria del Teatro Filippo Piccioni
CREMONA - Nello sguardo di Youssef c’è la terra dei Faraoni. Nello sguardo di Youssef, 18 anni compiuti il 10 luglio scorso, c’è il sorriso di chi ce l’ha fatta. Il suo sguardo sorride ai clienti del bar del Ponchielli, dove Youssef è impegnato nello stage estivo, logica prosecuzione del corso di ristorazione/sala bar del Cr.Forma.
Camicia variegata, fare gentile, folti riccioli, Youssef si muove con sicurezza dietro il bancone, segue le indicazioni del suo titolare, dimostra di sapere il fatto suo.
«Mi ha mandato qui la scuola — racconta —, prima sono stato al Museo del Violino. Il lavoro mi piace, qui sono tutti molto gentili, soprattutto Filippo». E il gestore della Caffetteria del Teatro, Filippo Piccioni conferma: «È bravo, attento, preciso — dice —, mi piacerebbe potesse rimanere. Bisogna vedere cosa Youssef vuole fare. La mia disponibilità è massima». Youssef ringrazia da dietro la mascherina, mentre si avvia con vassoio a consegnare brioche e cappuccino.
Il ragazzo egiziano è seguito dalla Caritas diocesana, ospite della comunità Fattoria della Carità a Cortetano. «Sono in Italia dal 2016, dall’età di 12 anni — racconta —. Provengo da Sharqiyya, nel Basso Egitto. La mia famiglia è restata là. Io sono venuto qui con un mio cugino».
Youssef ha attraversato il Mediterraneo su uno dei barconi dei tanti migranti che approdano sulle coste italiane nella speranza di una vita migliore, in fuga dalla miseria.
«Non mi ricordo nulla del mio viaggio, ho cancellato tutto. So solo che in 12 giorni ho raggiunto le coste italiane — prosegue —. Sono arrivato in Sicilia, poi mi hanno mandato al Nord. Sono arrivato a Cremona, ho frequentato la media Virgilio, sono stato affidato a due famiglie. Poi mi hanno trasferito a Milano».
Il perché di questo trasferimento lo spiega fra i denti e tanti i silenzi. Un po’ intimorito afferma: «Facevo un po’ lo sciocco, ero un ragazzino, con la voglia di divertirsi. Ma niente di grave, ero solo un po’ irrequieto, un po’ agitato». E parla come se fossero passati anni e i suoi 18 anni gli permettessero di lasciarsi alle spalle un passato che non è così lontano come vorrebbe fosse. «Ho terminato le medie a Milano, poi sono stato nuovamente trasferito a Cremona, questa volta non affidato a una famiglia, ma in comunità — continua il suo racconto —. Mi sono iscritto al Cr.Forma e ho concluso il terzo anno. Fare il barista mi piace. Ora che sono maggiorenne mi troverò un posto dove abitare e poi si vedrà».
Nel raccontarsi e nell’immaginare il suo futuro di maggiorenne fresco fresco di compleanno, Youssef non nasconde di pensare alla terra dei faraoni e alla domanda se ha nostalgia dei suoi e di casa dice, chinando lo sguardo: «Preferisco non rispondere, a questa domanda». E torna dietro il bancone.
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