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CREMA - IL RADIOLOGO BORGHETTI

"Curarsi a casa non risolve: raddoppiate le polmoniti"

Su 22 casi registrati la stragrande maggioranza non era vaccinata o aveva ricevuto solo la prima dose

La Provincia Redazione

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08 Agosto 2021 - 06:30

"Curarsi a casa non risolve: raddoppiate le polmoniti"

CREMA - Polmoniti causate dal Covid 19 raddoppiate a luglio, rispetto al mese di giugno, perlomeno quelle diagnosticate dai radiologi dell’ospedale Maggiore di Crema. Su 22 casi registrati, la stragrande maggioranza non era vaccinata o aveva ricevuto solo la prima dose: chi ha completato il ciclo ha invece sviluppato una forma lieve. A fare il punto del lavoro di contrasto alla diffusione del virus, è il radiologo Maurizio Borghetti. Come già in passato, ha affidato al suo profilo social, poi ripreso anche dalla giornalista e blogger Selvaggia Lucarelli, il quadro aggiornato della situazione. «In luglio, da queste parti, abbiamo visto 22 tac con polmonite Covid-19, 10 in più rispetto al mese di giugno - spiega il medico –: età media dei pazienti: 58 anni, il più giovane ne ha 36 il più anziano 91. La maggior parte non vaccinati o con una sola dose. I rimanenti, di cui due sono over 80, con quadri Tac lievi, curati e guariti a casa. Cinque dei non vaccinati avevano quadri Tac di polmonite medio-grave. Di queste una era minima in prima battuta, la persona ha assunto la terapia ad oggi conosciuta ed è tornata dopo alcuni giorni con polmonite estesa».

Forniti i dati, Borghetti entra poi nel merito. «Non si illuda chi sostiene che le cure domiciliari siano la panacea per togliere di mezzo i vaccini. Questi ultimi stanno facendo il loro buon lavoro, a differenza delle strane convinzioni di ‘no-vax’ e ‘boh-vax’, molto poco, per non dire quasi niente, corrispondenti alla realtà dei fatti». Da tempo Borghetti, così come altri suoi colleghi medici del Maggiore, si è fatto promotore via social e stampa locale di interventi per esortare i cremaschi a vaccinarsi. «Qualora, come sembra, si estenda sempre di più la popolazione vaccinata, per disponibilità di dosi e di adesione delle persone, riusciremo ad evitare morti, sofferenze e disastrose chiusure che potrebbero profilarsi visto l'andamento di aumento dei contagi – prosegue –: spero per l'ultima volta di ripetere che il vaccino protegge molto bene dalla polmonite, meno dalla infezione di naso e gola, non pericolosa e con disturbi poco rilevanti. Morale: non fate caso a chi tenta di stravolgere la realtà con false correlazioni tra vaccini e incremento dei tamponi positivi». Il mantra è sempre quello coniato ormai oltre un anno fa e stampato su migliaia di t-shirt diventate un capo di abbigliamento di culto: «Dai Burdèl che ghe la fèm». «Così come tantissimi altri colleghi e operatori del settore sanitario – conclude Borghetti – si è fatto, si fa e si farà tutto il possibile per far uscire tutti quanti da questa tragedia. Ci tengo a dire: senza prendere un tollino in più, tanto meno da qualsiasi Big Pharma».

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