L'ANALISI
03 Agosto 2021 - 06:20
CREMA - L’oasi felina di via De Chirico scoppia e l’associazione Arischiogatti, che la gestisce, lancia un appello affinché riprendano le adozioni. A sottolinearlo è la presidente Silvia Bassi.
«L’anno scorso, con il lockdown, abbiamo avuto tantissime adozioni: oltre un centinaio di gattini e 50 esemplari adulti. Quest’anno, invece, per il fatto che le sterilizzazioni non sono state effettuate nei periodi in cui eravamo in zona rossa o arancione, ci sono molti più gatti in giro. In questo momento abbiamo 68 cuccioli nelle gabbie e 70 adulti nel recinto; abbiamo superato la capienza massima. Di più, per questioni igienico-sanitarie, non possiamo tenerne, ma ne abbiamo già 15 in lista di attesa, che per il momento stanno a casa dei volontari».
E questo rappresenta un problema, poiché soltanto sul territorio comunale ci sono più di trenta colonie feline riconosciute. «Erano di più — spiega Bassi — ma poi sono si sono ridotte. E ce ne sono tante anche nei paesi». Quest’anno le adozioni sono scese al minimo. «Nei primi sette mesi dell’anno, sono state una decina. In estate, poi, che è periodo di vacanze, rallentano ulteriormente. La consueta ondata di gatti abbandonati si è già manifestata, ma aspettiamo che la gente voglia prenderne uno».
Accudire e soprattutto sfamare un numero così elevato di gatti è un impegno gravoso. «Il cibo è a carico della nostra associazione — precisa la presidente —: costa circa 400 euro al mese. Poi ne spendiamo altri 200 al mese per la sabbia e 9 mila l’anno per il veterinario e i vaccini. Il Comune ci paga le utenze e le manutenzioni dell’oasi. Le nostre entrate provengono da donazioni private e soprattutto dal 5 x 1000».
Qualche settimana fa, Arischiogatti aveva lanciato un appello anche per cercare nuovi volontari. «In questo momento — aggiunge Bassi — siamo una cinquantina, ma ci vogliono almeno tre o quattro persone al giorno solo per l’oasi. Poi abbiamo le colonie, alcune a carico nostro, come a Chieve, Bagnolo e Vaiano, e aiutiamo le gattare portando loro il cibo. Ad alcuni Comuni abbiamo consigliato di fare la loro oasi, perché tutto il territorio non può gravare sulla struttura di Crema».
Oltre a adozioni, volontari e nuove strutture, Bassi segnala un’altra necessità: «Serve una massiccia campagna di sterilizzazioni; ogni anno il numero di gatti randagi aumenta».
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