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Avis: calano le donazioni. E ora servono forze nuove

Flessione tra il 9 e il 15% tra maggio e giugno, l’appello del presidente Scala: «Trasfusioni cruciali»

Bibiana Sudati

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02 Agosto 2021 - 10:07

Avis: calano le donazioni. E ora servono forze nuove

CREMONA - A livello nazionale, l’allarme è stato lanciato dal presidente Giampiero Briola: «Il calo delle donazioni di sangue rischia di mettere in difficoltà il sistema trasfusionale e sanitario del nostro Paese». E a livello locale è stato raccolto dal presidente della sezione comunale di Cremona, Giuseppe Scala: «C’è un calo di donazioni e di donatori in questo periodo

Se a maggio 2020, subito dopo la riapertura, abbiamo registrato 1.038 donazioni, quest’anno nello stesso mese ne abbiamo avute 870

estivo e il nostro appello è quello di non fermarsi perché dalle trasfusioni dipende la vita di tante persone».
È un appello che sale forte e chiaro, quello dell’Avis. Perché la diminuzione fisiologica delle donazioni in questo periodo dell’anno viene acuita dalla situazione sanitaria legata all’emergenza Covid: «Se in tempi normali ogni venerdì in sede ricevevamo oltre 70 donatori — spiega Scala —, ora possiamo accoglierne al massimo tra i 45 e i 50 per garantire distanziamento e misure di sicurezza». Con tempi di attività dilatati per permettere, tra una donazione e l’altra, la sanificazione delle sette postazioni. Dall’ultimo consiglio, che si è tenuto una decina di giorni fa, è emerso che negli ultimi mesi, in particolare maggio e giugno, c’è stata una flessione compresa tra il 9 e il 15% (la media in Italia, dove il problema è comune, si assesta attorno al 10%). «Se a maggio 2020, subito dopo la riapertura, abbiamo registrato 1.038 donazioni, quest’anno nello stesso mese ne abbiamo avute 870, 168 in meno — spiega il presidente —. Stessa situazione si è ripetuta giugno: nel 2020 abbiamo raggiunto le 1.088 donazioni, quest’anno siamo scesi a 994».

Sul fronte dei donatori invece c’è una sorta di pareggio: diversi gli addii, controbilanciati però da nuovi ingressi: «Il nostro appello è rivolto soprattutto ai giovani», conclude Scala, che ribadisce come l’impossibilità di organizzare manifestazioni pubbliche e momenti di promozione abbia inciso in modo negativo sull’andamento dei dati. «Statisticamente, l’età media dei donatori è cresciuta, ora servono forze ed energie nuove».

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