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CREMONA. I «DIMENTICATI» DEI QUARTIERI

Cascinetto: «La nostra sede a rischio crollo: ora muovetevi»

L’appello e la protesta dell’Associazione carabinieri in congedo: «C’è pericolo, intervento urgente: il Comune batta un colpo»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

11 Luglio 2021 - 09:47

Cascinetto: «La nostra sede  a rischio crollo: ora muovetevi»

Stefano Inghiomirelli, Sergio Bettoni, Giorgio Turotti, Vincenzo Frassi e Luigi Rossini nella sede dell’Associazione Carabinieri in Congedo

CREMONA - La trave del porticato è crollata. Anche pezzi di intonaco, tegole e tavelle. E per fortuna che c’è la rete anti-piccioni qui, dove i piccioni svolazzano e sporcano ovunque. Tranne due: morti chissà da quanto tempo, sono carcasse su una trave. Non solo degrado. Soprattutto, il pericolo. Che come la spada di Damocle pende sulle teste dei carabinieri in congedo, i quali sotto quel porticato a rischio cedimento (relazione dei vigili del fuoco) da vent’anni hanno la loro sede.

Siamo al Cascinetto, in via Maffi. Una stanza e un bagno per l’Associazione carabinieri in congedo di Cremona nata nel 1909, una delle più antiche, la settima delle 1.700 italiane, 500 iscritti. Dal 2018 è presidente Giorgio Turotti. Il Comune, proprietario, incassa dai carabinieri pensionati 71,46 euro al mese d’affitto. E poi ci sono le bollette da pagare.

la trave

Il 30 giugno scorso, Stefano Inghiomirelli, segretario, arrivando in sede ha visto trave e intonaco a terra. Sono venuti i vigili del fuoco. Portico transennato e fettucciato, relazione inviata al Comune che l’ha mandata a Turotti.

«Il Comune si è limitato ad inviarci la relazione senza dare spiegazioni sulla tempistica e sugli interventi. Proprio perché la zona è pericolante, c’è urgenza». 

Chiedo che gli interventi ora siano più urgenti. Quello che mi dà fastidio è il silenzio assoluto. Mi trasmettono una relazione e poi nulla. È come se ci avessero detto: ‘Qui non potete più entrare’. Dove andiamo?

Turotti è uno che non fa polemica. «Non è nel mio stile». Stavolta, la fa. «In teoria dovremmo tener chiuso. Il Comune si è tolto dalle responsabilità. Dovrebbe provvedere alla svelta. Chiedo che gli interventi ora siano più urgenti. Quello che mi dà fastidio è il silenzio assoluto. Mi trasmettono una relazione e poi nulla. È come se ci avessero detto: ‘Qui non potete più entrare’. Dove andiamo?». Già, dove vanno i carabinieri volontari in congedo che quando li chiamano, pronti e via? Dove serve, loro ci sono, con le dieci Benemerite. Sergio Bettoni è responsabile del ‘Gruppo di fatto volontariato’, Luigi Rossini è uno dei volontari, l’uno e l’altro ieri in sede.

«La segreteria è aperta due volte a settimana, nel periodo del tesseramento è aperta sempre. Mi sembra alquanto improbabile che possiamo chiudere la sezione solo perché c’è una situazione di questo tipo — spiega il segretario Inghiomirelli —. Il vero pericolo è là dove c’è stato il distacco della trave, all’inizio del porticato, ma essendo un portico contiguo lo hanno esteso».

Il presidente Turotti legge la relazione dei vigili del fuoco: «Il personale di questo Comando è intervenuto il 30 giugno alle 11,57 per copertura pericolante. Alcuni elementi costruttivi, tegole, tavelle ed una porzione di travetto in legno, erano caduti dalla copertura del porticato, in corrispondenza della porzione di edificio destinata all’Associazione carabinieri. Porzioni di intonaco ed altri elementi costruttivi risultavano danneggiate o già parzialmente cadute anche all’intradosso della copertura dello stesso porticato. La squadra è intervenuta e provvedeva alla rimozione degli elementi in imminente pericolo di caduta... In posto era presente una pattuglia della Polizia locale. Ciò stante, poiché anche a causa di avverse agenti atmosferici potrebbe nel tempo verificarsi la caduta di ulteriori elementi costruttivi, rendesi necessario che la proprietà provveda a fare eseguire, sotto la guida di un tecnico qualificato responsabile, una accurata verifica della copertura del portico nonché tutti i lavori di assicurazione e ripristino che il caso richiede. Nelle more, si interdica l’accesso all’area delimitata con nastro segnaletico e transenne. Si comunica quanto sopra a codesta autorità al fine dell’adozione dei provvedimenti di competenza a tutela della pubblica e privata incolumità».

«Il colmo — dice Turotti — è che noi siamo un’associazione attiva sul territorio. Al Giro d’Italia, su 110 volontari, ne avevamo sessanta, perché abbiamo chiesto aiuto alle associazioni della provincia (10). Abbiamo chiesto contributi per quelli che arrivano da Crema, Vailate. Risposta: ‘I contributi non ci sono’. Fatemi capire: vi paghiamo l’affitto, più le bollette. Vi serve il nostro servizio? Dateci almeno la possibilità, come succede in tutte le altre realtà, di avere una sede gratuita, perché noi siamo disponibili quando il Comune ci chiama. Paradossalmente, mi chiedi e mi fai pagare: è indecente». Le uniche entrate dell’associazione arrivano dal tesseramento: 25 euro, ma metà va a Roma, metà resta a loro. «E con quella metà dobbiamo pagare tutte le spese. Noi collaboriamo con Brescia. Abbiamo prestato servizio alla Maratona. Brescia dà il contributo: 30 euro a volontario che serve per pagare le spese».

Il contratto quinquennale è scaduto a marzo. «Un mese prima — spiega Turotti —, il Comune ci scrive che sono disposti a darci in comodato d’uso la sede, però dobbiamo essere iscritti al terzo settore, abbiamo in corso l’iscrizione. In questo modo, ci togliamo l’affitto, però nel contratto c’è scritto che le opere straordinarie come questa sono a loro carico. Ci può andar bene», anche se una delle sezioni più antiche meriterebbero una sede più ampia, «almeno una stanza in più».

Molti ricordi non li hanno potuti portare al Cascinetto dalla vecchia sede, più ampia, in corso Pietro Vacchelli. «Spiace, perché qui c’è molta storia. Venire tratti in questo modo, mi piange il cuore. Intanto, qui va ripristinato immediatamente. Noi non abbiamo mai fatto polemiche. Però, di fronte a certe situazioni...».

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