L'ANALISI
LA RICHIESTA DEL CENTRO-SINISTRA
21 Giugno 2021 - 21:01
Gli amministratore di centro-sinistra dell'Oglio Po
CASALMAGGIORE - «È giunto il momento che questo territorio abbia finalmente una propria identità come Distretto unico con propri budget e propri servizi gestiti territorialmente. Non da Cremona o da Mantova! Anche e soprattutto nell’ottica delle risorse che arriveranno nei prossimi anni nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per cui sarebbe inaccettabile per noi che in maniera regione-centrica arrivassero solo le briciole». Indipendenza, insomma: questo chiedono a gran voce gli esponenti del centrosinistra – praticamente tutto il Pd dell’Oglio Po con Mario Daina, Stefano Bini, Noemi Doro, Velleda Rivaroli, Orestilla Sogni, Giuseppe Romagnoli, Claudio Bottura, Stefano Simonazzi, Paolo Longhini, Gaetano Novellini e Gianni Pedrazzini e politici di sinistra come Silvio Perteghella, Pierluigi Pasotto, in un documento, stilato sotto il profilo tecnico da due medici, Luigi Borghesi di Casalmaggiore e Fabrizia Zaffanella di Viadana.
Si sono ritrovati alle 18.30 davanti all’ospedale per presentare le proprie richieste: «Istituzione della nuova Asst Oglio Po, mantenimento dell’ambito distrettuale casalasco-viadanese e sua trasformazione in Distretto socio-sanitario casalasco viadanese, che deve rimanere il territorio di competenza della nuova Asst, affidamento alla direzione generale della nuova Asst dei compiti di gestione e coordinamento degli ospedali presenti sul territorio attraverso le costituende Cot (Centrali operative territoriali), gli ospedali di comunità di Bozzolo e di Viadana e le case della comunità di Viadana e Casalmaggiore». Si chiede anche il rafforzamento della sanità territoriale e della assistenza primaria. L’ospedale di Bozzolo «deve recuperare completamente la sua dimensione di polo riabilitativo dell’intero territorio, compresa la riabilitazione cardio-respiratoria; gli ospedali di comunità di Bozzolo e di Viadana devono essere attivati e garantiti in particolare per l’assistenza al paziente cronico, le cure primarie e la medicina territoriale. Le case della comunità di Viadana e di Casalmaggiore devono essere effettivamente attivate».
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