L'ANALISI
18 Giugno 2021 - 08:59
Nicolò Govoni
CREMONA - «E se il mondo stesse indurendo il mio cuore?» Dalla sua pagina Facebook, Nicolò Govoni - il giovane cremonese che ha fondato un'organizzazione umanitaria internazionale che apre scuole per bambini profughi - racconta gli orrori del mondo facendoci partecipi di una realtà angosciante.
«Parlavo con un’amica qualche giorno fa. Mi conosce da 7 anni, da quando mi sono trasferito in India e ho iniziato il mio viaggio nel mondo della filantropia. Dice che, nonostante resti una delle persone più ottimiste che conosca, a volte fatica a ritrovare nei miei scritti quella positività che una volta li caratterizzava tutti quanti.
Ha ragione.
Ci sono giorni in cui la prima cosa che vedo aprendo gli occhi è la morte. “Hanno bombardato una scuola, un ospedale vicino a noi. Stiamo tutti bene, anche gli studenti.” Un video, una foto inviata dal nostro Team in Siria - corpi rotti, fatti a pezzi, sangue sparso ovunque. Purtroppo, è questo il mio buongiorno.
Prima di pranzo, è uno stupro con cui devo fare i conti. Lo stupro di una delle nostre studentesse, qualcuno che conosciamo e a cui vogliamo bene. Qualcuno per cui ci battiamo ogni giorno. È andata in chiesa, lontana da noi, e qualcuno l’ha violentata. Non c’era nulla che potessimo fare per proteggerla allora, quindi ora facciamo tutto il possibile perché riceva il supporto medico migliore possibile e perché il carnefice sia consegnato alla giustizia. È un pranzo amaro, il nostro.
È sera, ma non è ancora finita. Prima ancora del calare del sole, uno studente viene da me e mi parla di omicidio, un’esecuzione pubblica a cui ha dovuto assistere vicino a casa, a pochi minuti dalla nostra Scuola. Le sue parole restano con me a lungo. Restano con me a cena e dopo cena, e anche quando mi corico finalmente per dormire, eccole ancora qui. Stiamo lavorando fino allo stremo per costruire un mondo migliore, ma ad oggi questo è ancora il presente dei nostri studenti e, per riflesso, anche il nostro.
Non fraintendermi. Provo ancora lo stesso orrore e la stessa tristezza delle prime volte guardando questi video, ascoltando queste storie, asciugando queste lacrime. Le mie, le loro. Ogni volta il mio cuore si spezza un poco. Ma tutti noi sappiamo che quel che si rompe, se si ricompone, lo fa più forte, più duro di prima.
Quello sono io.
No, non sono più chi ero 7 anni fa. Non è lo stesso mondo che ho impresso negli occhi. È lo stesso cuore, mi piace pensare, a battermi nel petto ora come allora, ma al contempo è diverso: più duro, più sfregiato, ma anche più pieno.
Pieno di cose terribili e di cose bellissime, perché tale è il mondo in cui viviamo.
È tormentata, a volte, la vita che ho scelto. Non lo nego. Ma è anche splendida. Perché ogni mattina, che io riceva nuovi video dalla Siria oppure no, ho comunque la fortuna di dare e ricevere un’infinita quantità di amore. Prima di pranzo, ogni giorno senza eccezioni, mi sento parte di una comunità straordinaria fatta di persone essenzialmente simili a me, e infine, entro sera, ritrovo sempre la prova che quello che stiamo facendo è insostituibile. E questo vince su tutto.
Quindi sì, la bruttezza esiste in questo mondo, la malvagità pure. E il mio cuore forse si starà anche indurendo a causa degli orrori che ha vissuto, ma per ogni crepa che la vita ha aperto, c’è dell’oro pronto a sgorgare e colmare le ferite.
Alcuni scelgono di vedere l’orrore in questo mondo. Nonostante tutto, io scelgo ancora la bellezza. Il mio cuore continua a battere».
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