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CORONAVIRUS. L'ECONOMIA

Meno imprese giovanili ma più reattive al Covid

A Cremona in 10 anni le realtà gestite da under 35enni passate dal 12 all’8,5% del totale

Giacomo Guglielmone

Email:

gguglielmone@laprovinciacr.it

22 Maggio 2021 - 06:37

Meno imprese giovanili ma più reattive al Covid

CREMONA - Imprenditoria e giovani è un binomio che in Italia non ha sfondato. Anche nelle realtà più dinamiche, come la Lombardia. Eppure, in questi tempi di ripartenza e di uscita dalla pandemia, è proprio nell’imprenditoria giovanile, in particolare quella digitalizzata, che risiede la maggiore resilienza e, soprattutto, la maggiore spinta a vincere le sfide dei prossimi mesi e dei prossimi anni per ridisegnare uno scenario economico competitivo, dinamico, pronto a gestire al meglio ricerca e sviluppo, internazionalizzazione, innovazione. Questo, per sommi capi, lo scenario che emerge dall’indagine condotta da Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle imprese, secondo cui la crisi pandemica ha certamente contribuito a frenare la voglia di fare impresa dei giovani. Ma non ci si ferma lì, visto che proprio tra i giovani troviamo chi è pronto a combattere e crescere sui mercati nazionale e internazionali. Partiamo dunque dalle buone notizie. Secondo un’indagine del Centro Studi delle Camere di commercio «G. Tagliacarne» sull’impatto della pandemia sull’attività 2020 dell’imprenditoria giovanile, il 43% dichiara di non avere avuto perdite di fatturato contro il 36% delle altre imprese. E chi ha perso terreno ha maggiori aspettative di recupero. Il 68% delle imprese under 35 manifatturiere prevede, infatti, un ritorno ai livelli produttivi del pre-Covid entro il 2022, contro il 60% delle altre imprese. Una percentuale che sale al 75% per gli imprenditori giovani che hanno investito in industria 4.0. A conferma che il digitale è un potente acceleratore di competitività.

Più in particolare, in questo decennio le imprese giovanili sono calate di 16 punti in più rispetto alla riduzione della popolazione giovanile tra i 18 e i 34 anni (-22,4% contro – 8%). A fronte di questa forbice, il rapporto tra imprese giovanili e popolazione giovanile ha perso mediamente un punto per ogni anno passando dal 61,5‰ del 2011 al 51,9‰ del 2020.

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