L'ANALISI
05 Maggio 2021 - 09:04
CASALMAGGIORE - Attenzione a parcheggiare la propria autovettura vicino al giardinetto di via Mincio a Casalmaggiore perché si rischia di trovarsela «rigata» sulle fiancate. È già accaduto a qualcuno e la vicenda sta suscitando molta comprensibile irritazione, per non dire rabbia, anzitutto tra le vittime, che si sono trovate anche dei bigliettini sul parabrezza. «Egregia signora, può parcheggiare fin che vuole, ma si ricordi che c’è anche da pulire. Grazie», diceva uno dei foglietti ritrovati. L’altro: «Egregi sig. Per parcheggiare c’è anche da pulire».
Commenta un cittadino completamente spazientito per quanto sta avvenendo: «È veramente incredibile e inaccettabile quello che sta succedendo e mi auguro che possano essere presi al più presto dei provvedimenti per fermare questo assurdo
Le auto in sosta che sono state rigate, tra l’altro, erano regolarmente parcheggiate e non creavano intralcio a nessuno
andazzo. Questa persona, siccome pulisce la strada, di sua iniziativa visto che nessuno glielo ha chiesto o ordinato, ritiene che nessuno possa parcheggiare l’auto in uno spazio che è pubblico, non suo, e così si ‘diverte’ a rigare le automobili altrui. Una totale assurdità oltre che un reato. Le auto in sosta che sono state rigate, tra l’altro, erano regolarmente parcheggiate e non creavano intralcio a nessuno. C’è chi si è trovato anche duemila euro di danni. Tra l’altro ogni quindici giorni passa il mezzo spazzatrice a pulire la strada, non è necessario l’intervento di nessuno. E se uno decide in autonomia di pulire la strada, non ha poi certo il diritto di rovinare le automobili altrui, anche se in qualche modo lo infastidiscono».
Va ricordato che nel momento in cui si decida di rigare volontariamente – ossia con dolo – l’auto di un’altra persona, parcheggiata in un luogo pubblico come la strada, si commette un danneggiamento volontario aggravato. In tal caso, si può essere querelati. E, ovviamente, l’autore del danneggiamento rischia un processo penale nel corso del quale la vittima potrà costituirsi parte civile e chiedere anche i danni. Se si viene condannati si rischia, oltre al casellario giudiziario «macchiato», la reclusione da sei mesi a tre anni.
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