L'ANALISI
21 Aprile 2013 - 14:38
Il primo luglio è la data di non ritorno. Da quel giorno la storia del Centro di riabilitazione equestre di Crema, da 34 anni struttura d’èlite a livello europeo con 84 ragazzi disabili che la frequentano ogni giorno e 17 in lista d’attesa, potrebbe concludersi. In una conferenza stampa dai toni drammatici, seguita all’assemblea dei soci, il presidente Alessandro Zambelli ha lanciato l’ultimo disperato ‘sos’ alle istituzioni locali. “Così non possiamo più andare avanti. Da due mesi siamo nei container, in mezzo alla neve prima e al fango ora. Dopo la dichiarazione di inagibilità della nostra sede e in generale di tutti gli Stalloni di via Verdi. Grazie ai sacrifici delle quattro terapiste, dei volontari e alla disponibilità dei genitori, stiamo continuando. Ma serve subito una nuova convenzione con la Regione, visto che l’Ersaf se ne andrà, che ci dia sicurezze e definisca compiti e ruoli. Vogliamo restare qui, sapere con quali spese ancora a carico dell’ente proprietario, e con quali compiti per noi. Lasciar morire il Cre sarebbe criminale”». Zambelli non risparmia i politici a tutti i livelli e spiega del deficit di 12mila euro dovuto alla diminuzione forzata delle attività da quanto la club house è chiusa e il centro è costretto nei container.
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