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CREMONA

Porta Mosa, esplode la protesta dei residenti

Riccardo Maruti

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30 Marzo 2021 - 21:44

Porta Mosa, esplode la protesta dei residenti

CREMONA (30 marzo 2021) - Bufera su Porta Mosa. I residenti si ribellano all'amministrazione comunale: da un lato il comitato da poco costituito torna all'attacco dell'assessore alla Cultura, Luca Burgazzi, chiedendo di scongiurare l'organizzazione di manifestazioni e concerti nel catino verde del parco; dall'altro Roberto Bona - che nel quartiere abita e gestisce un'attività commerciale - denuncia il degrado dell'area destinata alla sgambatura dei cani in fregio all'area verde.

NO AGLI EVENTI NEL "CAMPETTO". Carlo Francioni, portavoce del comitato dei residenti, giù un mese fa aveva incalzato l'amministrazione in merito alla possibilità di organizzare eventi all'interno delle antiche mura - nello spazio che è noto a molti come "il campetto" - poiché  "alla fine di ogni serata" chi vive nel quartiere deve fare i conti con "sporcizia, urina ed escrementi" ed "ancora lattine, bottiglie rotte, cartacce di ogni genere in tutta l'area circostante". Francioni, ora, rende noto il silenzio dell'assessore Burgazzi, a cui era stata indirizzata una richiesta di confronto: "Le è stato chiesto cortesemente una sua ufficiale considerazione. Certo che altre priorità non le hanno consentito di dare seguito alla richiesta, le confermiamo l’intenzione di ottenere la giusta attenzione, al riguardo, da questa Giunta".

DEGRADO NELL'AREA DI SGAMBAMENTO. "Già l'immagine dell'ingresso, con il cancello sistemato per quanto possibile da un cittadino volonteroso, basterebbe per capirne la situazione interna", scrive Roberto Bona su Facebook in un post corredato da undici immagini. "Varcata la soglia - prosegue il cittadino - sulla sinistra si possono ammirare le antiche mura della nostra Cremona. Anzi no! Ci sono, ma sono completamente soffocate da una vegetazione spontanea e aggressiva che, con il tempo sgretola uno degli ultimi scorci rimasti della città murata. Lo sguardo spazia poi sulla area verde o su quello che ne rimane.
La vista è avvilente. Piante mai potate che, ricercando la luce, hanno sviluppato le chiome (si fa per dire) verso l'alto in maniera incontrollata. Piante che, essendo difformi, diventano fragilissime. Rami pericolanti abbracciano altri rami sopravvissuti alle giornate di vento dei giorni scorsi. Testimone della 'tremenda forza di Eolo' una pianta abbattuta, l'ultima in ordine di tempo, tenta ugualmente, sebbene totalmente adagiata al terreno, una timida fioritura. Tra i rami il resto di un nido.
Poi ceppi, tanti ceppi, residui di quello che anni fa era un vero parchetto. Ceppi di piante crollate a terra nel tempo per mancanza di manutenzione. Nella loro esistenza hanno visto solamente le motoseghe dei vigili del fuoco".

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