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LO STRAPPO CREMONA-BRESCIA

CremonaFiere: "Scelta inspiegabile, chiameremo in causa i Ministeri"

Già illustrate ai vertici regionali le "forti ricadute negative che l'iniziativa di Anafij avrà sul nostro territorio"

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

26 Marzo 2021 - 22:07

CremonaFiere: "Scelta inspiegabile, chiameremo in causa i Ministeri"

CREMONA (26 marzo 2021) - «La decisione di Anafij giunge di sorpresa e inspiegabile, stando anche alla decisione unilaterale che l’associazione ha preso di non organizzare la mostra del 2020 e di spostarla per gli anni successivi a Montichiari senza mai interpellare CremonaFiere, lo storico partner con il quale era stato da decenni allacciato un efficiente e proficuo rapporto di collaborazione». In un comunicato diffuso al termine del consiglio di amministrazione - sottoscritto anche da Comune, Provincia e Camera di Commercio - CremonaFiere commenta così l'annuncio dato a Montichiari, dove è stata presentata l'edizione di novembre della mostra nazionale che avrà come partner la stessa Anafij e Coldiretti. «L’intera vicenda, insieme alla presentazione del nostro piano di sviluppo, sarà oggetto di discussione anche presso i Ministeri di competenza per il tramite di rappresentanti politici territoriali», prosegue la nota, ricordando quanto avvenuto nei giorni scorsi.

«Nella riunione convocata d'urgenza lunedì scorso, il Cda di CremonaFiere era stato messo a conoscenza del tema della conferenza stampa programmata a Montichiari. Nella stessa occasione è stato richiesto il coinvolgimento del sistema politico istituzionale del territorio, che si è subito attivato insieme alla Fiera, vista la grave situazione che si stava creando ai danni dell'intero  sistema economico  cremonese. E’ stato chiesto un appuntamento urgente al presidente Fontana e agli assessori di riferimento della Regione Lombardia (Fabio Rolfi per l'Agricoltura e Guido Guidesi per lo Sviluppo economico) che lo hanno tempestivamente concesso giovedì scorso. Si è parlato della centralità e del ruolo strategico di Cremona nei settori di riferimento delle manifestazioni organizzate da Cremona Fiere,  tra cui quello agro-zootecnico e quello liutario. Tema centrale dell'incontro è  stato il rilancio della Fiera, partendo dalle linee indicate nel  piano di sviluppo e già presentate nell’ultima assemblea del 12 febbraio e già condiviso con gli assessori regionali. Ovviamente nell'incontro sono state evidenziate le forti ricadute negative che l'iniziativa di Anafij avrà sul nostro territorio. Infatti, non si tratta 'solo' di una questione  che riguarda la Fiera, ma  coinvolge tutto il nostro sistema economico, pensiamo in particolare la filiera turistico ricettiva così duramente provata dalla pandemia. Basti pensare che ogni euro di fatturato dalla fiera genera una ricaduta in termini di indotto sul territorio pari a 13 volte tanto, si parla quindi di 50 milioni di euro all'anno».

Quindi CremonaFiere sottolinea: «La Fiera Internazionale del Bovino da Latte di Cremona, giunta alla 75^ edizione, ha sempre ospitato la Mostra Nazionale Frisona, ed è nel tempo divenuta il punto di riferimento nazionale  e internazionale per l’agrozootecnia moderna, capace di rappresentare efficacemente l’eccellenza del modello produttivo nazionale, tanto da essere parte del Piano di Promozione del Made in Italy del Governo insieme all’altra eccellenza CremonaMusica. Ma non solo, l’intero territorio è sempre più vocato allo sviluppo del sistema agroalimentare, valorizzando e investendo su tutta la filiera, come ad esempio con: il nuovo Campus Santa Monica dell’Università Cattolica per corsi di laurea in ambito agroalimentare e della food economics e il nuovo corso di laurea magistrale Livestock and Agro green Innovation realizzato dalla collaborazione fra Università Cattolica e Politecnico di Milano, oltre all’osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano con cui le Fiere Zootecniche collaborano da anni.     La storia della fiera del bovino (così la chiamano tutti, anche gli allevatori stranieri) è anche frutto della combinazione di numerosi elementi, tra cui:  centralità del territorio nella produzione di latte nazionale; rinnovamento del format nel corso degli anni per proporre sempre nuove soluzioni per gli operatori e per essere attrattivi dal punto di vista internazionale; promozione e incoming buyer dai principali mercati (nel 2019 26 delegazioni ufficiali e visitatori da 45 paesi); calendario tecnico scientifico d’altissimo livello (117 eventi nel 2019) realizzato con le principali realtà del settore (università, centri di ricerca, istituzioni);  mostra zootecnica del meglio della genetica nazionale; territorio vocato alla formazione tecnica e universitaria».

Quindi conclude la nota: «Lo scorso anno a causa della pandemia Cremonafiere ha riprogrammato più volte il format della Manifestazione, giungendo alla Special Edition - unica nel suo genere, esclusivamente online, nella quale sono stati realizzati 22 eventi, incontri e presentazioni di paesi esteri - ed una mostra zootecnica online in cui sono stati coinvolti 52 allevamenti da tutto il territorio nazionale con 300 capi iscritti. Il Consiglio d’amministrazione della Fiera ha deciso di non abbandonare il settore e di continuare a garantire una vetrina sul mondo al nostro sistema allevatoriale oltre che mantenere il programma scientifico che contraddistingue la manifestazione, dando una visione sul settore e opportunità d’affari anche in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo. Cremonafiere ha dunque interpretato fino in fondo il ruolo di fiera di riferimento del territorio,  investendo senza indugio tutto quello che poteva per rimanere al fianco del settore. Per tutte queste ragioni la decisione di Anafij appare inspiegabile. Ricordiamo però che l’edizione speciale delle Fiere Zootecniche 2020 ha lanciato lo slogan #LAZOOTECNIANONSIFERMA ed oggi più che mai  l’unità e la compattezza del territorio cremonese con le sue eccellenze ribadiscono che anche #CREMONANONSIFERMA».

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