L'ANALISI
CREMONA. PORTA MOSA, STOP AL DEGRADO
28 Febbraio 2021 - 10:09
CREMONA (28 febbraio 2021) - «I bastioni di Porta Mosa sono i resti dell’unica porta di accesso alla città oggi esistente», recita il cartello all’ingresso, ma nient’altro fa capire che al Prato del Vescovo si può respirare la storia di Cremona. Crepe profonde, l’edera e altri rampicanti sempre più invadenti e invasivi, le radici di un fico che sgretolano gli antichi mattoni. E poi scritte, cartelloni pubblicitari, sporcizia: Porta Mosa e il suo parco occupano una vasta zona verde, con un prato un po’ spelacchiato, un’area giochi e una riservata ai cani. I progetti di recupero e le grida d’allarme o i tentativi di sensibilizzare le amministrazioni e gli stessi cremonesi non mancano. Ultima in ordine di tempo è Legambiente. Nei giorni scorsi, una delegazione ha presentato all’assessore alla Cultura Luca Burgazzi un progetto di recupero, che prevede una serie di interventi di pulizia e valorizzazione dell’area, sulla scorta di quanto fatto a Piacenza e al parco archeologico di Paestum.
«Per evidenziare lo stato di degrado e di incuria — sottolinea Francesco Custode, architetto e insegnante tra i partecipanti all’incontro —, abbiamo deciso di mostrare immagini prese da Google Earth: è lo stato dell’arte, non si è cercato di enfatizzare la situazione». Le slide presentate dal circolo Vedo Verde mostrano appunto piante infestanti, cartelloni pubblicitari inchiodati su mattoni cinquecenteschi, transenne dimenticate, cancelli e passi carrai inutilizzati e arrugginiti. La proposta di Legambiente parte dalla pulizia dalla vegetazione infestante. L’idea è di un intervento di Puliamo il mondo, l’iniziativa di volontariato ambientale che a livello nazionale coinvolge ogni anno centinaia di migliaia di persone. L’iniziativa, va da sé, sarà realizzata in accordo con la Soprintendenza e l’ipotesi è che la pulizia si realizzi in due o tre giorni.
Il Comune dovrebbe farsi carico di provvedimenti più strutturali. Le mura dovrebbero essere liberate dalla cartellonistica: non è solo una questione estetica, il danno provocato dalla struttura di ferro ai laterizi è evidente e facilmente intuibile.
Le mura dovrebbero essere inoltre liberate da cassonetti e altri manufatti di servizio. Se non fosse possibile spostarli, dicono i rappresentanti di Legambiente, sarebbe opportuno mimetizzarli. Per lasciare una giusta visuale dei bastioni, il suggerimento è di impedire o ridurre la sosta delle auto. Al Comune è chiesto inoltre di eliminare il degrado causato da saracinesche arrugginite, che da tempo non vengono più usate da nessuno. L’ultimo atto è relativo all’illuminazione, che dovrebbe essere pensata per valorizzare le mura in chiave prima di tutto storico-culturale e poi turistico.
È un ‘manifesto’ relativo a Porta Mosa, che può essere esteso a quanto rimane delle mura cittadine, dal Torrione del Castello al tratto dietro la chiesa di San Michele. Al progetto ha dato la propria adesione anche Italia Nostra. Nella speranza che non rimanga l’ennesimo allarme inascoltato.
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