L'ANALISI
13 Febbraio 2021 - 07:54
Il fidanzato Marco, la sorella Laura e il papà Walter
PIZZIGHETTONE (13 febbraio 2021) - I toni sono pacati, le parole misurate. Parlano di «sorpresa e perplessità».
«Sorpresa, perché attraverso il nostro avvocato abbiamo scoperto che l'ingegnere Domenico Romaniello, uno dei due periti della Procura, è strettamente imparentato con Salvatore Romaniello della direzione tecnica di Rfi, il quale ha, tra l'altro, partecipato a convegni sulla sicurezza ferroviaria in rappresentanza proprio di Rfi. E il pm gli ha detto che può continuare. Perplessità per l'indagine sulla morte di Elisa. Elisa è passata, perché le sbarre erano alzate. Lo dice un testimone con certezza, lo dice la perizia della Polizia scientifica che non c'è stato alcun contatto tra la sbarra e l'auto».
Ora che i consulenti tecnici del pm di Lodi, Emma Vittorio, stanno per depositare le conclusioni, papà Walter, la sorella minore Laura e il fidanzato Marco rompono il silenzio sulla tragedia di Elisa Conzadori, 34 anni, alle 11 del mattino di Ferragosto scorso travolta ed uccisa dal treno della linea Milano-Cremona-Mantova al passaggio a livello di Maleo (Lodi). Elisa aveva terminato il turno al Famila di Codogno, stava rincasando a Pizzighettone dal fidanzato. Quella strada l'aveva percorsa mille volte. Tre chilometri: la sbarra su, secondo un testimone, la Citroen C1 presa in pieno dal treno in corsa, il corpo senza vita di Elisa lungo i binari, l'auto accartocciata in un fosso. Ed Rfi che invia subito una nota: «Il passaggio a livello era regolarmente funzionante, nessuna anomalia». L’inchiesta vede indagati per omicidio colposo tre dipendenti di Rfi, gli ultimi manutentori dei quadri elettrici.
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