L'ANALISI
12 Febbraio 2021 - 07:07
CREMONA (12 febbraio 2021) - Dalla denuncia di Graziano Bossi, titolare di un distributore di carburante a Trescore Cremasco, i casi si sono diffusi a macchia d’olio in tutto lo Stivale: i furbetti del cashback si sono moltiplicati a tal punto che il Fisco, ora, li ha messi nel mirino e sta studiando opportune contromisure. I benzinai, intanto, sono sul piede di guerra. Perché sono proprio loro le vittime preferite di chi — con malizia — fraziona singole operazioni di rifornimento per importi minimi, con l’intento di raggiungere il maggior numero possibile di transazioni e ottenere così i benefici legati al meccanismo del cashback. In questo modo i costi delle commissioni bancarie a carico dei benzinai lievitano letteralmente. Di pari passo con la loro rabbia. L’idea che ha preso a circolare riguarda l’introduzione di un tetto massimo al numero di pagamenti ravvicinati presso il medesimo commerciante: un’ipotesi tutta da valutare, ma che certamente limiterebbe gli effetti del cashback selvaggio.
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