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Tamoil, corretta la condanna del manager

La cassazione chiude il caso una volta per tutte, gli avvocati di parte civile: 'Basta fantasie sulla mancanza di responsabilità per l’inquinamento delle aree esterne alla raffineria'

Francesco Pavesi

Email:

fpavesi@cremonaonline.it

27 Gennaio 2021 - 18:04

Tamoil, corretta la condanna del manager

CREMONA (27 gennaio 2021) - Ci avevano provato a riaprire il caso Tamoil, l’inquinamento dei terreni delle canottieri Flora e Bissolati, del Dopolavoro Ferroviario causato dalle fogne ‘bucate’ dell’ex raffineria: un disastro ambientale colposo con il manager Enrico Gilberti unico condannato - in via definitiva - a 3 anni di reclusione. I difensori avevano proposto un ricorso «straordinario per errore di fatto», chiedendo alla V sezione della Cassazione di annullare la sentenza di condanna emessa dai colleghi della I sezione, di rimuovere «l’irrevocabilità della loro decisione finale», perché viziata da «sviste, equivoci, macroscopici errori». Il 14 ottobre scorso, La V Sezione ha deciso: «ricorso inammissibile». Ora è stata depositata la motivazione della sentenza, la quarta sul caso Tamoil.

Gli ermellini promuovono a pieni voti i colleghi della I Sezione. La loro, scrivono, «è una sentenza per nulla sbrigativa, che non ha dimenticato, in alcuna parte, di fornire le proprie argomentazioni a supporto delle decisioni rassegnate. Anzi, «si è al cospetto di una motivazione ampia, puntuale, esaustiva nell’esame delle questioni, ricca di richiami agli argomenti spesi dai giudici di merito e con pertinenti citazioni in diritto».
Per la Cassazione, nell’impugnazione straordinaria, la difesa di Gilberti ha speso «argomentazioni che intendono sostanzialmente ridiscutere il merito della sentenza». Caso chiuso, una volta per tutte.

Soddisfazione da parte degli avvocati delle parti civili Gian Pietro Gennari, Claudio Tampelli, Vito Castelli, Annalisa Beretta e Alessio Romanelli «per aver contribuito, per la parte che compete, alla conferma della sentenza della I sezione della Corte oggetti del ricorso». L’auspicio è «di non dover più sentire argomentazioni fantasiose sulla mancanza di responsabilità della Tamoil in ordine all’inquinamento delle aree esterne alla raffineria (le canottieri) qualificato come disastro ambientale».

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