L'ANALISI
27 Gennaio 2021 - 16:42
CREMONA (27 gennaio 2021) - Da grande vuole fare la criminologa. «Avevo pensato di iscrivermi a patologia legale, poi ho deciso per criminologia investigativa. Mi interessa di più trovare i reperti». Maria (nome di fantasia, ndr) quest’anno prenderà la maturità in un liceo della città. Lo stesso dove Marco (nome di fantasia, ndr) ha lavorato come bidello per 13 anni, fino al 2018. Un punto di riferimento, il bidello. Mai «una macchia» in quei tredici anni. «È per questo che sono rimasta molto impressionata. Non posso che parlarne bene», dice una professoressa. Due anni fa, l’Ufficio territoriale scolastico ha sospeso il bidello. Marco ha impugnato davanti al giudice del lavoro. L’udienza è a breve. Intanto da oggi è a processo: avrebbe adescato Maria, allora minorenne. Come? Attraverso i messaggini WhatsApp: dagli apprezzamenti sul fisico alla richiesta shock di mandargli una foto di lei nuda. Gli screenshot, le traduzioni dei messaggi sono su un dischetto da oggi nel fascicolo del giudice: lo ha prodotto il pm Silvia Manfredi.
«Figurarsi se a 43 anni mi metto ad adescare ragazzine di 16. Lo avrei fatto a vent’anni». Il bidello è uno che nella vita si dà da fare. Suona la tastiera in un gruppo, fa volontariato, cura il giardino di una parrocchia fuori Cremona. «Raccolgo i tappi per la Cremona Soccorso. Non sto mai fermo, ma da due anni di notte non dormo. Ho un magone grosso così. Non sono un adescatore di minori». I messaggini? «Quelli sull’aspetto fisico... ho sbagliato, non erano indirizzati a lei, ma a mia moglie. Avevo bevuto un bicchierino e ho sbagliato invio. Ma quello sulla foto nuda no, non è vero. Da due anni non c’è notte che non dorma, penso alla scuola. È la mia vita. Io lo faccio con il cuore».
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