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CREMONA
CREMONA (14 gennaio 2021) - Sarà effettuata una perizia per accertare se i terreni della Bissolati siano ancora inquinati dagli idrocarburi, una minaccia alla salute di chi frequenta la canottieri che conta più di 4mila soci. Il giudice Andrea Milesi ha sciolto la riserva e accolto la richiesta di accertamento tecnico preventivo proposta dagli avvocati Gian Pietro Gennari e Claudio Tampelli, legali della canottieri. L'accertamento preventivo è il primo passo verso una causa civile per chiedere all'ex raffineria del colosso libico e ad Enrico Gilberti, il manager già condannato in via definitiva, nel processo penale, a 3 anni per disastro ambientale colposo, sia i danni sia la "esecuzione di opere atte ad interrompere il flusso di materiali o sostanze inquinanti provenienti dai siti già sede di stoccaggio o raffinamento dei carburanti". Il giudice ha ritenuto la questione posta dai legali urgente, proprio perché "nella prospettazione difensiva, il permanere nel terreno di propria pertinenza di sostanze inquinanti e pericolose per la salute costituisce un grave pericolo per la salute dei frequentatori dell'area".
"Dopo otto anni dalla vicenda processuale e quattro gradi di giudizio, si è pervenuti ad acquisire una verità giuridica che coincide con la verità storica sull'inquinamento delle aree esterne all'ex raffineria Tamoil", hanno detto gli avvocati Gennari e Tampelli. "L'inquinamento delle aree esterne occupate dalla Canottieri proviene dal sito occupato dalla Raffineria. Tale inquinamento configura il delitto di disastro ambientale, perché l'evento di danno ha avuto carattere di prorompente diffusione ed ha esposto ad una condizione di pericolo un numero indeterminato di persone".
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14 Gennaio 2021
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