L'ANALISI
08 Dicembre 2020 - 07:24
SONCINO (8 dicembre 2020) - Un’arte ormai dimenticata, non fosse per lui. E infatti, oggi, Renato Piccioni è l’ultimo bachicoltore di Soncino. Per adesso, tra l’altro, senza eredi. «I miei nipoti si divertono a imparare qualcosa ma non è il loro futuro, credo. Se qualcuno fosse interessato a raccogliere la mia eredità potrei insegnare tutto in 40 giorni, basta che mi si venga a trovare in agriturismo, in primavera, con la voglia di ascoltare. Dietro a questa storia ci sono secoli di ricchezza».
Se lo si va a trovare al Sant’Alessandro, il suo agriturismo, Renato accoglie tutti allo stesso modo: con una poesia (è anche poeta, pure certificato) e un lungo discorso sulla storia dei suoi animali (tacchini, galline, oche, cavalli, bovini e ovini), il tutto accompagnato da un sorriso. E’ inverno, quindi ora passa le giornate a tagliare gelsi e querce. La sua quercia di 150 anni, d’altronde, è appena crollata a causa del maltempo. Ma non disdegna mai di accompagnare nei tour curiosi e appassionati. E racconta di un passato che ormai sembra scomparire: «Oggi – spiega Piccioni – ho ancora circa 300 gelsi ma non è più com’era un tempo. Alcuni non riescono più nemmeno a sviluppare il bozzolo per colpa dell’inquinamento».
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